Il grido della sanità privata: "Stipendi bassi"

Ennesima manifestazione in piazza ma la Cisl non aderisce: "Questi lavoratori prendono 400 euro in meno di media al mese"

Il contratto per i sanitari delle strutture riabilitative private non si sblocca: ieri ennesimo sciopero con sit-in della categoria sotto la prefettura di Ancona. Sanità privata riabilitativa, ormai è scontro aperto tra sindacati e aziende. Una protesta sorta dopo oltre sette mesi di trattative: "Le retribuzioni sono troppo basse e le aziende per ora non sembrano disponibili ad aggiornarle. Retribuzioni che sono ferme al 2008 – attaccano i rappresentanti della Funzione pubblica della Cgil e della Uil; la Cisl ha deciso di non aderire alla protesta – Rispetto al personale della sanità pubblica e di tutta quella privata ospedaliera, questi lavoratori prendono in meno una media di 400 euro al mese. Il risultato, dunque, è che questi dipendenti hanno retribuzione invariata da almeno 14 anni, in un contesto di constante incremento del costo della vita".

Una protesta partecipata quella di ieri in piazza del Plebiscito nonostante la pioggia. Intanto la vertenza continua: "A partire dal 30 settembre 2021 le nostre organizzazioni – proseguono i vertici di Fp-Cgil e Uil Fpl – hanno aperto il confronto con le associazioni datoriali Aris e Aiop e la Regione per accordare un sostegno economico alle retribuzioni dei dipendenti del settore. Ma dopo oltre sette mesi di trattative, le associazioni datoriali non intendono aprire agli incrementi salariali. Di qui, la decisione di mobilitare i lavoratori per trovare una soluzione".

Ieri mattina mentre i sindacati e i lavoratori della sanità privata riabilitativa protestavano in piazza, in Consiglio regionale l’assessore Filippo Saltamartini rispondeva all’interrogazione urgente presentata da Antonio Mastrovincenzo e dal gruppo consiliare del Pd. Sul piatto sia la situazione generale, ma anche quella specifica dell’istituto Villa Adria che fa parte del gruppo Kos Care: "Con la sua interrogazione – ha detto in aula l’assessore regionale alla sanità – Mastrovincenzo mi chiede di applicare una sorta di moral suasion nei confronti della struttura per far sì che il personale sia inquadrato e remunerato con un contratto collettivo e non con quello delle Rsa che prevede emolumenti più bassi. È chiaro che la cosa non sia così semplice, noi non possiamo ingerire negli interessi del gruppo, anche se la incontreremo". Mastrovincenzo ha subito replicato: "L’interrogazione chiedeva sì di Villa Adria, ma in generale di tutte le strutture riabilitative delle Marche e lei al secondo quesito non ha risposto. Il tema riguarda oltre 3mila persone".