Il lavoro e le "morti bianche": serve investire sulla sicurezza

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Partiamo dalle basi: con il termine "morti bianche" facciamo riferimento a chi ha perso la vita mentre lavorava. Quindi, si tratta di un’espressione utilizzata per indicare i caduti sul lavoro. L’aggettivo bianche, indica pulite, come se non fosse colpa di nessuno.

Una domanda che potrebbe venire in mente dopo che abbiamo capito cosa sono, potrebbe essere: perché e come accadono? Le morti bianche sono date dalla poca sicurezza nei mestieri che potrebbero mettere a rischio la salute. Ora che sappiamo come avvengono ci potrebbe venire in mente: Come le potremmo prevenire? Ad esempio investendo di più in tutto ciò che riuscirebbe a proteggere al meglio i lavoratori: imbragature (per le altezze), caschi di migliore qualità (per l’eventuale caduta di oggetti)… In sostanza, per arginare questo tipo di fenomeno basterebbe che i datori di lavoro applicassero in maniera rigorosa i protocolli previsti dalla normativa nell’ambito antinfortunistico. Devono essere garantiti dei criteri di sicurezza impeccabili.

E’ il settore delle costruzioni quello col maggior numero di vittime, poi le attività manifatturiere, trasporto… Purtroppo le morti bianche non colpiscono soltanto la fascia d’età avanzata, ma bensì anche quella più giovane: Lorenzo e Giuseppe, due giovani morti a causa di incidenti sul lavoro durante l’alternanza scuola lavoro. La loro età non superava di molto i 18 anni e a causa della poca sicurezza, il loro viaggio è già finito. Quante se ne contano all’anno? Solo nel 2021 si sono verificate circa 1.116 morti bianche. Per ora statisticamente parlando la Lombardia è la regione nella quale si verificano più morti bianche, ma visto che è anche la regione con più lavoratori si può definire "sicura", quindi possiamo dire che la Campania (con 101 decessi nel 2021) è una delle regioni più a "rischio". Oltre alle morti bianche, ci sono da prendere in considerazione gli infortuni sul lavoro, se ne contano quasi diecimila in più (nel 2021) rispetto al 2020. Personalmente trovo inaccettabile che negli anni duemila si debbano verificare casi simili; d’altronde se abbiamo la tecnologia per costruire bombe in grado di distruggere intere nazioni sono sicuro che impegnandoci possiamo aumentare la sicurezza nelle aree lavorative.

Matteo Pesaresi IIID