
Il ministero ha ricevuto una valanga di osservazioni da enti e istituzioni. L’approvazione del documento rischia un percorso lungo e tortuoso.
Nuovo Piano regolatore del porto, per l’approvazione definitiva serviranno lacrime e sangue e un percorso lungo e tortuoso. A una settimana esatta dalla scadenza – prolungata dal 15 al 30 maggio – il MASE (Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) ha già ricevuto una valanga di osservazioni e altre potrebbero arrivarne. Difficile fare una sintesi di tutto l’inchiostro ricevuto dal ministero, chiamato a fare ordine e rispedire all’Autorità di Sistema Portuale dell’Adriatico Centrale la raffica di chiarimenti e aggiustamenti. Tutti i principali enti e istituzioni hanno già scritto cosa non va di quel documento, al centro delle polemiche nelle scorse settimane per un presunto salto in avanti compiuto dall’AP senza averne condiviso i contenuti.
Alcune osservazioni rispecchiano concetti noti, altre sono davvero sorprendenti. Ad esempio quella, particolarmente dettagliata, inviata da Rfi (Rete ferroviaria italiana), a proposito della famosa stazione ‘Ancona Marittima’. Non sarà facile per Comune e Regione accettare quelle prescrizioni che di fatto, almeno stando a quanto scritto nell’osservazione di Rfi, non consentono l’avvio di alcun progetto in grado di poter garantire l’arrivo dei treni sotto la statua di Traiano e la Banca d’Italia. In rispetto delle normative vigenti sulla sicurezza, ogni binario ferroviario operativo (quello diretto verso la nuova darsena per le merci) o da attivare nell’area portuale (stazione marittima), scrive Rfi, dovrà avere una fascia di 30 metri per lato (fascia di vincolo ferroviario), ergo 60 metri complessivi, previa realizzazione di paratie: si tratta di veri e propri muri, con una parte di 50 centimetri alla base in cemento e oltre 2 metri di reticolato o con pannelli. Il problema salta subito all’occhio: dove è possibile trovare quei 60 metri, specie all’altezza della strozzatura attorno alla Mole? Letta così potremmo riassumere con un concetto semplice: il collegamento ferroviario dalla stazione centrale ad Ancona Marittima non sarà riattivato. Un problema in meno per Garofalo e soprattutto per gli operatori portuali che il binario fino in porto non l’hanno mai gradito. Un dubbio sorge spontaneo, ossia con quali vertici di Rfi abbiano interloquito le istituzioni locali.
Restando in quella zona, una delle osservazioni del Comune di Ancona (le altre sono quelle note, no al Molo Clementino, attenzione alle zone di competenza tra porto e città, spostamento traghetti alle banchine 19-21 a uso esclusivo) è l’ok al parcheggio al posto del fascio dei binari proprio della stazione marittima, di cui il Carlino l’anno scorso aveva anticipato il progetto. Sul Molo Clementino colpisce l’osservazione inviata al MASE dal Ministero della Didesa, Marina Militare – Comando Interregionale Marittimo – riassumibile così: non ci interessa la discussione se farci ormeggiare o meno le navi da crociera, ci interessa invece quel molo dove poter ormeggiare, se necessario, le nostre navi militari ammiraglie, dalla Cavour alla Trieste (quel banchinamento è da Prp, l’Adsp potrebbe muoversi in autonomia senza la variante del Comune). Sulle opere infrastrutturali, a partire dalla ‘Penisola’, ma anche il Lungomare Nord, l’Arpa Marche (l’Agenzia per l’ambiente), il Parco del Conero, l’area Valutazioni e Autorizzazioni della Regione ecc hanno inviato una sfilza impressionante di osservazioni ambientali. Importanti anche gli approfondimenti richiesti dall’Ast 2 sugli indicatori della salute. Nei prossimi giorni arriveranno anche le osservazioni da parte di altri portatori di interesse, tra cui i comitati cittadini.