"Il paese è fermo, serve il rilancio"

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Come è maturata la decisione di candidarsi a sindaco?

"E’ il debito di riconoscenza che ho maturato nei confronti di questa comunità che mi ha visto crescere, mi ha dato la possibilità di studiare, di formare una famiglia, di vivere in una città laboriosa e solidale. Fare il sindaco richiede passione, studio, profondo senso etico e un’azione basata sulla conoscenza che permetta di programmare e realizzare decisioni ponderate e orientate al bene della comunità. Credo di avere questi requisiti per amministrare al meglio il mio comune e dedicarmi completamente alla guida della comunità".

Quale pensa possa essere il valore aggiunto che lei e la sua lista porterebbe a Corinaldo?

"Dopo anni passati ad amministrare un comune, è fisiologico che l’energia iniziale si esaurisca e si arrivi solo a mantenere posizioni conservatrici. La mia squadra porterà un nuovo spirito di iniziativa necessario per realizzare quello sviluppo della comunità che tanto ci sta a cuore e dare un senso concreto al cambiamento che sia ulteriore miglioramento dei metodi e dei progetti".

Come sintetizzerebbe i punti centrali del suo programma elettorale?

"Una politica del buon vivere che indica chiaramente la nostra visione di una diversa Corinaldo, più attrattiva, più inclusiva, che riporta la persona al centro dell’attività amministrativa con un potenziamento della qualità dei servizi e con l’introduzione di nuovi (taxi sociale, doposcuola, spazi di aggregazione, sostegno alla genitorialità), con una maggiore attenzione alla manutenzione del territorio, alla qualità urbana ed alla valorizzazione del patrimonio culturale e che punta anche all’innovazione tecnologica per creare una interazione tra i vari settori trainanti della nostra economia".

Se sarà eletto, quale sarà il primo atto cui metterà mano?

"I servizi alla persona! Daremo subito vita al Servizio dei Servizi: un contenitore dei servizi specifici e diversificati, in risposta ai bisogni dei cittadini di ogni fascia di età".