
La «zona rossa» demarcata dal nuovo piano di assetto idrogeologico
L’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale ha proposto d’aggiornare il Piano d’Assetto Idrogeologico (P.a.i.), qualificando mezza città in zona R4, ovverosia ad elevato rischio esondazione. Entro il 24 maggio 2025 il Comune, i cittadini, le imprese e le associazioni potranno presentare osservazioni a detta autorità richiedendo modifiche a tale proposta. Un lasso di tempo limitato, soprattutto per molti cittadini che si stanno organizzando per unirsi e fare le proprie osservazioni attraverso gli stessi tecnici, in modo anche di abbattere i costi.
Ieri sono stati presentati gli studi fatti dalla Cima Reserch Fondation da cui è emerso che, non appena saranno terminate tutte le opere idrauliche previste nel cronoprogramma della struttura commissariale, il Misa non rappresenterà più una minaccia per la spiaggia di velluto, un’unica lieve criticità resterà nei pressi del porto canale. Ma si mira a risolvere anche quella.
"Dopo l’alluvione del 2014, la Procura della Repubblica ha indagato penalmente chi in passato ha gestito tale strumento urbanistico e governato la città, contestando loro gravi inadempienze, anche a fronte delle quali vi sono state morti e gravi danni – spiega il Circolo Fratelli d’Italia di Senigallia - Oggi, abbiamo una proposta di P.A.I. molto rigido, forse troppo, ma abbiamo anche una gestione commissariale guidata dal Governatore Francesco Acquaroli e dal Vice Commissario Stefano Babini, la cui attività è principalmente quella di realizzare interventi per mitigare il rischio idrogeologico".
L’auspicio è che si possa proseguire con i lavori di mitigazione del rischio idrogeologico: "ll Pai è un punto di partenza ed ora dobbiamo procedere speditamente con il procedimento virtuoso che metta una volta per tutte in sicurezza il nostro territorio, iniziato dal governo le centrodestra dopo anni di totale assenza di interventi – proseguono - Lasciamo alla magistratura il compito d’accertare le responsabilità, politicamente però non possiamo che sottolineare che chi ha governato questa città negli ultimi quarant’anni non ha fatto nulla per mettere in sicurezza realmente il territorio dal rischio idrogeologico, anzi durante l’amministrazione Mangialardi è stato costruito il Ponte 2 Giugno, il cui effetto diga durante l’alluvione è stato contestato anche dalla Procura della Repubblica. Le due alluvioni del 2014 e del 2022 sanciscono senza alcun dubbio la gestione fallimentare del centrosinistra del governo del territorio in materia di rischio idrogeologico ed il Pai cosi come proposto ne è la diretta conseguenza".