"Il Pd? Deve farsi contagiare dai giovani"

Mastrovincenzo e le soluzioni per il risveglio dem: "Più ricambio generazionale e riallacciare con chi ha lasciato il partito"

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di Luigi Luminati

"Credo proprio che il Pd possa e debba cogliere la necessità di cambiamento che l’ultima assemblea regionale del partito ha avviato". Antonio Mastrovincenzo, consigliere Pd e già presidente dell’assemblea regionale, vuole cogliere positivamente ogni segnale di risveglio del suo partito. "Finalmente possiamo provare a ripartire e non farlo sarebbe non solo assurdo, ma deleterio per tutti".

Quindi cosa deve fare il Pd? "Dobbiamo avere la capacità di coinvolgere i marchigiani in una nuova prospettiva politica, con un messaggio comprensibile soprattutto per le nuove geenraazioni".

Partendo da dove?

"Dal fatto che si farà un congresso regionale con le primarie aperte e soprattutto aprendo il partito a queste nuove generazioni che hanno tante cose da dire e tante che vogliono fare. I giovani debbono sentirsi coinvolti nel Pd".

Aprire il partito a forze nuove e a chi se n’è andato?

"Proprio così, basta con i mesi passati nel pantano a fare i conti sugli equilibri interni".

Partiamo dal dialogo?

"Proprio così. Interno al partito, ma con l’idea di avere nuovi confronti generazionali. L’apertura alle primarie consentirà una nuova capacità di dialogare con un tessuto di sensibilità politica e ideale che è più vasta del Pd",

Sarebbe a dire?

"Ci sono tante esperienze territoriali sia di natura civica o della galassi associativa, che possono riguardare il lavoro, i temi sociali e ed economici: il mondo del volontariato, della scuola, della cultura, dei giovani. Dobbiamo lasciarci contaminare dai giovani".

Che hanno tanta voglia di partecipare...

"Lasciamo spazio ai giovani, facendoci contaminare del loro modo di vedere la società e il domani: alimentando il loro desiderio di impegno civile, promuovendo la loro presenza nellle amministrazioni locali".

E nel partito?

"Va favorito un ricambio generazionale del partito. E va ripreso il confronto con coloro che hanno lasciato il Pd per altre esperienze, magari condividendo di nuovo percorsi comuni".

Lei corre un po’, scommettiamo che bisogna ricostruire un campo progressista?

"Dobbiamo farlo su Europa, lavoro, uguaglianza, solidarietà, ambiente, scuola e cultura".

Mancano solo le regole nuove.

"Primarie sui territori per la scelta dei candidati in occasione dei vari passaggi elettorali, parlamentari e consiglieri regionali compresi. Creando una struttura di eletti per un riciproco scambio di idee. Non c’è dubbio che debba essere un percorso condivisibile".

Forse è arrivato il momento di guardare anche al governo marchigiano delle Destre.

"Di fronte a quello che è accaduto nella sede della Cgil, il presidente Acquaroli ha scelto la via del silenzio. E’ stato solo citato perché hanno ricordato la sua partecipazione all’anniversario della cena della marcia su Roma. Nessuna condanna ai danneggiamenti alla Cgil, o alla violenza neofascista".

Lei è preoccupato?

"Lo ero molto di più fino all’altro giorno, quando non trovavamo il partito a fianco del gruppo consiliare. Ora il Pd deve lavorare per uscire insieme dalle ultime difficoltà. Non possiamo stare a guardare mentre la Destra isola le Marche".

Che fare? "La destra va combattuta con un partito coeso e forte, che supporti l’attività del gruppo consigliare: basta con le diaspore interne".