REDAZIONE ANCONA

"Il Poggio di Ancona" e i castelli Quella lite col monastero di Portonovo

Il volume di Giuseppe Bartolucci svela storie e aneddoti di uno dei luoghi più belli del nostro capoluogo.

"Il Poggio di Ancona" e i castelli Quella lite col monastero di Portonovo

Ancona dall’anno 1000 a metà del XVI secolo fu una potenza economica e politica di tutto rispetto. Il suo interesse era rivolto esclusivamente al mare e ai traffici commerciali che rappresentavano la fonte primaria della sua ricchezza. Anche per questo non esercitò mai una politica espansionistica in terra ferma, come accadde per la maggior parte dei Comuni italiani. Piuttosto non smise mai di difendersi dagli attacchi degli invasori che miravano al suo porto e al suo potere. Per difendersi si circondò di una serie di castelli. Sul mare, dopo l’assedio dei Saraceni, si era munita dal IX secolo di prestanti mura sul porto. I centri di avvistamento e difesa erano collocali nelle alture che c circondavano la città: Monte San Vito, Barcaglione, Camerata, Castel d’Emilio, Falconara, Fiumesino, Agugliano, Polverigi, Offagna, Bolignano, Camerano, Poggio, Massignano, Varano, Sirolo, Numana, Paterno, Sappanico, Gallignano e Montesicuro. "Il Poggio di Ancona" è un interessante studio del prof Giuseppe Bartolucci, profondo conoscitore della storia e della cultura italiana, autore di molteplici opere legate al territorio del Monte Conero, in cui si scoprono le origini del castello, i suoi rapporti con Ancona e i monaci benedettini di Santa Maria di Portonovo, le distruzioni e i saccheggi subiti nel tempo, l’aspetto socio economico del luogo, gli edifici e le ville signorili, le cave di pietra, le grotte e i cunicoli del Monte, la società del Poggio. Senza tralasciare le feste religiose e il dialetto. Uno studio a trecentosessanta gradi di un luogo, tra i più belli di Ancona, ricchissimo di storia e quindi di curiosità da scoprire. Come la lite che nel 1229 si accese tra il Monastero di Portonovo e i Poggessi che non volevano rinunciare al loro diritto di pescare nei laghi del Calcagno e del Profondo. Specchi di acqua salmastra, ricchi di pesce, che erano nei possedimenti dei monaci che avevano un’influenza e un potere immensi sanciti da Papa Alessandro III e dall’Imperatore Enrico IV. Molte poi le notizie che riguardano Portonovo e la sua lunga storia. Bartolucci scrive anche della recente vita socio economica del Poggio dalla fine del XIX secolo in poi, dalla pesca all’attività di cava, dalla pastorizia a quella che sarà la fiorente attività alberghiera senza dimenticare le lavandaie che ogni giorno, con la cesta sul capo, scendevano a piedi in città per prendere, dalle ricche famiglie anconetane, panni da lavare nei corsi d’acqua pura che sgorgavano dal Conero. Un libro sicuramente da leggere, magari cercandolo tra le pareti della romanica chiesa di Santa Lucia, oggi museo del Poggio. Claudio Desideri