PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Il rebus turismo. No al Molo Clementino, il futuro delle crociere in un summit con Msc

Dopo la bocciatura del progetto per le grandi navi, sono due gli scenari: l’abbandono di Ancona per altri porti o una programmazione diversa.

Il rebus turismo. No al Molo Clementino, il futuro delle crociere in un summit con Msc
Il rebus turismo. No al Molo Clementino, il futuro delle crociere in un summit con Msc

Il futuro delle crociere al porto di Ancona passa anche attraverso il vertice di stamattina in Comune. I vertici e i rappresentanti del brand globale che da anni ha deciso di puntare sullo scalo dorico per le ‘toccate’ delle sue navi, incontreranno il sindaco e parte della giunta a Palazzo del Popolo. Sul tavolo un dossier molto complesso che va dal futuro della collaborazione nata ormai diversi anni fa, soprattutto alla luce della decisione, ormai praticamente irreversibile, da parte dell’amministrazione comunale di cancellare l’ipotesi del Molo Clementino per le grandi navi da crociera. Msc e Comune di Ancona, prima della drammatica pandemia da Covid, avevano firmato un patto di reciproca collaborazione per potenziare il crocierismo nel capoluogo, un progetto da circa 150 presenze l’anno. Il nuovo terminal all’ombra del Guasco sarebbe diventato l’hub della compagnia diretta dalla famiglia Vago in Adriatico e nel Mediterraneo. Altri tempi, altra giunta. Stefania Vago, una delle anime di Msc con Ancona nel cuore, conferma l’incontro di stamattina, ma non si sbottona per ora: "Saremo in Comune per dialogare con il nuovo sindaco Silvetti (che si è tenuto la delega al porto, ndr) sulle varie prospettive. Comunicheremo ufficialmente l’esito dell’incontro soltanto nei prossimi giorni dopo aver fatto tutte le valutazioni del caso" dice la Vago al Carlino.

Gli scenari sono sostanzialmente due. Da una parte la richiesta di un chiarimento al sindaco dai vertici Msc sulle prospettive future del sistema crociere ad Ancona. La cancellazione dell’intero progetto non lascia grandi margini di manovra alla società svizzera in termini di prospettive a lungo termine. Senza molo, terminal e piano degli attracchi svanisce un accordo che senza il Covid sarebbe già operativo. Non è detto che Msc, a quel punto, decida di abbandonare Ancona per puntare su altri porti dell’Adriatico, Ravenna e non solo, per mettere in campo la sua strategia. L’altra opzione, al contrario, è la conferma del rapporto di collaborazione, magari attraverso nuovi asset e con una programmazione diversa.

Certo l’iter procedurale per il Molo Clementino era a buon punto, cosa che non è per la ‘Penisola’ su cui la filiera istituzionale di centrodestra governo-regione-comune sembra invece intenzionata a puntare. Molto, in ultima istanza, dipenderà da cosa sarà scritto sul Dpss, il Documento programmatico strategico di sistema, la cui adozione dovrebbe passare al vaglio del consiglio comunale a novembre dopo che la prima stesura, a giugno, aveva evidenziato alcune storture. In porto c’è abbastanza malumore tra gli operatori, ma è difficile pensare che Silvetti possa tornare indietro. Una decisione, la sua, assunta dopo la relazione del Ministero dell’Ambiente su potenziali rischi per la sostenibilità ambientale dell’opera e del progetto crocieristico. Il rapporto negativo della valutazione di impatto ambientale legata al progetto Pia ha cambiato le carte in tavola, anche se l’Autorità portuale ha di recente ha annunciato il piano dell’elettrificazione delle banchine. Con il sistema di cold ironing in porto le emissioni sarebbero tagliate di oltre un terzo.