Immunoterapia efficace anche con dosi estese nel tempo

L’immunoterapia può essere utilizzata anche in modalità "prolungata" nel tempo - ovvero con la somministrazione ogni 6 settimane anzichè ogni 2 - per il trattamento di alcune forme di tumore. Risulta efficace e sicura, per i pazienti, come quando avviene la somministrazione "tradizionale", ma il prolungamento temporale nelle somministrazioni consente una maggiore flessibilità ed un monir carico per il malato. È questa la conclusione di uno studio internazionale condotto su 733 malati in cura presso 37 diversi centri oncologici europei. La ricerca è stata coordinata dalla Clinica Oncologica dell’Università Politecnica delle Marche - AOU Ospedali Riuniti di Ancona e viene presentataal congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO). "I farmaci immunoterapici sono stati inizialmente studiati per essere somministrati ogni 23 settimane - sottolinea Rossana Berardi, Ordinario di Oncologia all’Università Politecnica delle Marche, Direttrice della Clinica Oncologica, AOU Ospedali Riuniti di Ancona -. Tuttavia possono essere somministrati anche in modalità "prolungata" e quindi con la dose "estesa" ogni 46 settimane. Nello studio siamo andati a ricercare eventuali differenze tra le due diverse modalità di somministrazione dell’immunoterapia in pazienti affetti da tumori solidi, principalmente melanoma e carcinoma polmonare non a piccole cellule. Sono due forme di cancro particolarmente insidiose che colpiscono rispettivamente ogni anno oltre 14mila e 28mila uomini e donne solo nel nostro Paese. In particolare abbiamo valutato gli effetti collaterali e le tossicità. Abbiamo riscontrato che nella pratica clinica il profilo di sicurezza del trattamento a dose prolungata non differisce sostanzialmente dalla dose standard". L’immunoterapia, spiega, "è una cura che consiste in farmaci in grado di riattivare il sistema immunitario che riesce così a combattere la neoplasia. Si tratta di una tipologia di cura estremamente efficace in alcune patologie oncologiche. Con la nuova ricerca stiamo dimostrando come la somministrazione in modalità prolungata sia una valida, sicura e fattibile opzione terapeutica. Stiamo ora conducendo ulteriori indagini di approfondimento in merito all’efficacia di questa strategia e al suo impatto economico".