In arrivo la fine dell’inchiesta bis sulla discoteca

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Dopo la condanna, in abbreviato, arrivata il 30 luglio scorso per la banda dello spray (con pene tra i 10 e i 12 anni), si attende che la Procura chieda o meno il rinvio a giudizio per 18 indagati e una società, quelli del fascicolo madre per la strage della Lanterna Azzurra, la discoteca dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni. Ormai è questione di giorni. Tre mesi e mezzo fa sono partite, alle parti interessate, le notifiche di conclusione indagini per i proprietari dell’immobile, i gestori della discoteca, un dj, addetti alla sicurezza, la commissione comunale di vigilanza di Corinaldo presieduta dal sindaco Matteo Principi e due ingegneri. Con l’atto firmato dal procuratore capo Monica Garulli e dai pubblici ministeri Paolo Gubinelli e Valentina Bavai era emerso un indagato in più nel fascicolo, inizialmente a carico di 17 persone fisiche, un buttafuori di Rimini che quella notte doveva vigilare proprio sull’uscita numero 3, quella dove si creò la calca delle persone in fuga dopo lo spruzzo dello spray al peperoncino. Indagata anche una società, la Magic Srl, che gestiva la discoteca Lanterna Azzurra. Tutti rischiano di finire a processo per cooperazione in omicidio colposo plurimo, lesioni e disastro colposo. Il filone ritenuto più importante dai familiari delle vittime perché basato sulle responsabilità della sicurezza del locale, una discoteca aperta, che faceva attività di pubblico spettacolo sul rilascio di autorizzazioni che, secondo la Procura, non dovevano essere rilasciate perché c’erano gravi carenze strutturali.

ma. ver.