
L’anconetana Silvia Severini. che parteciperà. alla Marcia Globale. per Gaza: partirà dal Cairo il 13 giugno alla volta del valico di Rafah
"Mamma, come si fa a continuare a fare la vita di tutti i giorni, sapendo quello che succede a Gaza?". Più di un anno fa Lorenzo Bulzinetti ha rivolto questa domanda alla madre, l’anconetana Silvia Severini. Il moto di emozioni e riflessioni, generato da quelle parole, ha infine condotto la donna ad aderire alla Marcia globale per Gaza. A organizzarla è stato un collettivo di cittadini di molteplici Paesi, che hanno scritto alle ambasciate di Egitto e Israele. "Il popolo si solleva – così inizia la loro lettera – di fronte all’inazione dei governi, di fronte alla sofferenza insostenibile del popolo palestinese, di fronte al blocco disumano imposto a Gaza, migliaia di persone, ovunque nel mondo, si organizzano per una marcia senza precedenti". Hanno aderito al pellegrinaggio anche una ventina di parlamentari europei, tra cui Carola Rackete, la capitana disobbediente che nel 2019, nonostante il blocco del governo Conte, sbarcò a Lampedusa 42 migranti soccorsi dalla sua nave Sea Watch. Rackete si è rivolta al presidente dell’Egitto, El Sisi, informandolo che la marcia partirà dal Cairo il 13 giugno alla volta del valico di Rafah per tornare al Cairo il 19.
"Dopo quella domanda lacerante di mio figlio – racconta Severini – stavo vivendo a metà, sempre a caccia di una notizia, di una presa di posizione dei governanti, di un’azione forte, decisa, contro il governo Netanyahu", ma senza nulla di risolutivo. Severini è una donna come le altre: "Sono madre di due ragazzi – racconta di sé – ho un lavoro normale, una casa e una famiglia normale; non ho a casa la bandiera della Palestina, né vado in giro con la kefiah, ma mi era diventata impossibile l’indifferenza al dolore palestinese, ho avuto il bisogno di schierarmi dalla parte giusta della storia". Ha cercato a lungo prima di trovare l’azione per lei più appropriata: "Quando ho trovato questa iniziativa – ricorda – mi è sembrato un sogno: immagina persone che arrivano da tutte le parti della Terra e aderiscono a una marcia nel deserto dell’Egitto con bandiere, manifesti colorati, per arrivare a Rafah, al confine con la Striscia di Gaza, e dire ai fratelli palestinesi: ‘Noi ci siamo, siamo arrivati da tutto il mondo per voi’...".
L’obiettivo è chiaro: "Con la nostra azione pacifica – spiega Severini – vogliamo far capire ai nostri governanti che la gente comune non è con loro, che le persone normali sono disposte a viaggiare, fare una marcia in un luogo duro e rischioso come lo è il deserto del Sinai, per chiedere intanto che il valico venga aperto subito per far passare gli aiuti umanitari". In quanti saranno? "Siamo in due a partire dalle Marche – precisa l’attivista dorica – io, appoggiata da tutta la mia famiglia, e Roberto Solazzi di Moie, insieme a 130 persone da tutta Italia e con più di 50 delegazioni da Canada, USA, Messico, tutta Europa, tutto il nord Africa e perfino il Giappone. La delegazione italiana è formata in gran parte da donne, guidate da Antonietta Chiodo, giornalista inviata del Medio Oriente che conosce bene la Palestina ed è mamma di tre bimbi". Ora non resta che scoprire se il presidente dell’Egitto li lascerà passare.