"In fuga dalle bombe, impariamo l’italiano"

Le storie di Halina e di altri profughi che frequenteranno i corsi di lingua organizzati da Unitre, Uil Marche e Scuola e Ada Marche

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"Per tre volte ho provato a scappare dalla guerra, ma solo quando sono stata accolta dai volontari italiani a una frontiera mi sono sentita bene". Halina non è più giovanissima e da Rivne, importante centro del nord-ovest dell’Ucraina, non troppo distante dalla centrale atomica di Cernobyl, stava scappando verso l’Italia dove da anni vive la figlia. Lei è una delle dieci persone di nazionalità ucraina che prenderanno parte ai corsi di lingua italiana organizzati dall’UniTre (l’Università delle Terza Età) e da Uil Marche, Uil Scuola e Ada Marche, destinati ai profughi di guerra. Le lezioni inizieranno subito, nella sede di via Tommasi,per le prime iscritte (il 95% degli ucraini in fuga dalla guerra sono donne e bambini), ma non è detto che l’esperimento possa essere replicato e soprattutto allargato ad altre persone: "Il nostro obiettivo è rendersi disponibili con un piccolo contributo come questo, ma molto importante secondo noi, per chi scappa dalla guerra _ spiega Giorgio Andreani della segreteria di Uil Marche _. Iniziamo con un piccolo numero, ma poi integreremo degli altri senza dubbio". Una parte importante la gioca la UniTre: "È fondamentale per loro integrarsi _ aggiunge uno dei dirigenti dell’Università della Terza Età _. Al primo corso si sono iscritte in 10, ma altre ne stanno arrivando e fondamentale sarà il passaparola. Per mettere in piedi questa esperienza ci siamo interfacciati con la Caritas che ha già avviato esperienze simili. I corsi sono ovviamente gratuiti, verranno portati avanti da personale volontario e chi vuole può mandare una mail o consultare il nostro sito web, telefonare o venire di persona. Importante la presenza di una donna di origini ucraine, in Italia da quasi ventuno anni, che svolge il ruolo di traduttrice forte del suo italiano eccellente: "Queste persone vogliono tornare in Ucraina quando l’emergenza sarà conclusa _ dice la donna che lavora come Oss all’ospedale di Torrette _. Ma fino a quando sono qui vogliono cercare di apprendere la lingua per essere più autonome, sicure e coinvolte nella società. Sono iniziative come questa che aiutano davvero e l’Italia in questo è unica. Io volevo portare mia madre di 80 anni qua, ma lei vuole restare in Ucraina, preferisce morire nella sua terra e ogni volta mi trova delle scuse per dirmi di no". Soddisfazione e solidarietà verso le donne ucraine è stata espressa dall’assessore comunale Stefano Foresi "Vi siamo vicini in un momento così delicato. Con i nostri servizi sociali stiamo dando il massimo per aiutarvi, ma intanto ringrazio Unitre e Uil per questa iniziativa".