
Alcuni dei gioielli antichi che saranno esposti alla Rocca Roveresca di Senigallia
E’ una mostra davvero ‘preziosa’ quella che si inaugura giovedì (ore 11) alla Rocca Roveresca di Senigallia. Lo svela già il titolo: "La forma dell’oro. Storie di gioielli dall’Italia antica". Curata da Massimo Osanna, direttore generale dei Musei al Ministero della cultura, e Luana Toniolo, direttrice del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma, l’esposizione, di portata nazionale, propone una selezione di straordinarie testimonianze archeologiche provenienti da varie parti d’Italia: si potranno ammirare oltre 400 reperti di produzioni ornamentali nell’Italia peninsulare e in Sardegna dalla Preistoria all’Alto Medioevo. La ricca selezione di oggetti di grande valore storico-archeologico, visibile fino all’8 dicembre, consente un affascinante viaggio geografico e temporale nell’Italia antica, tra ornamenti e gioielli che portano con sé non solo bellezza e unicità ma anche valenze simboliche legate agli ambiti del sacro, della magia, del potere e del prestigio sociale, attribuite in passato a questi oggetti che ancora suscitano attrazione e meraviglia in chi li guarda.
Grazie all’impegno di Luigi Gallo, Direttore di Palazzo Ducale di Urbino – Direzione regionale Musei nazionali Marche e del suo staff, la mostra sarà visibile su due piani della Rocca, costituendo il primo appuntamento dopo i lavori di adeguamento, implementazione ed efficientamento energetico degli impianti di climatizzazione realizzati con i fondi del PNRR. Per Gallo l’iniziativa "dimostra innanzi tutto che con il lavoro sinergico di vari istituti, i musei italiani sanno far rete per valorizzare e promuovere il nostro straordinario patrimonio. Inoltre l’esposizione certifica una volta di più quanto sia importante che il museo si affermi anche come ambiente dedito alla ricerca scientifica: spazio vivo e vitale per creare infinite occasioni di conoscenza".
Il progetto è frutto della collaborazione scientifica tra le ex Direzioni Regionali Musei di Sardegna, Campania, Calabria, Molise, Marche, Puglia, Basilicata e il Parco archeologico di Pompei. Da sottolineare che l’iniziativa inserisce nell’allestimento due cifre stilistiche perseguite dalla Rocca Roveresca negli ultimi anni: l’attenzione ad una fruizione accessibile, grazie alla riproduzione di alcuni reperti, e il dialogo con la realtà senigalliese insignita del titolo ‘Città della fotografia’, grazie ad una piccola esposizione fotografica in stretto dialogo con i reperti esposti.