Incendio Bonetti Portonovo, sei reperti per la soluzione del mistero

I due consulenti della procura hanno studiato per tre ore i luoghi del rogo. Prima la verifica sulla porta

Il sopralluogo al Bar Bonetti di Portonovo, dove si è sviluppato un disastroso incendio

Il sopralluogo al Bar Bonetti di Portonovo, dove si è sviluppato un disastroso incendio

Portonovo (Ancona), 20 giugno 2020 - Tre ore di sopralluogo e i due consulenti nominati dalla Procura se ne sono andati via da Portonovo con tre buste di reperti presi da quello che è rimasto del bar-ristorante raccomandandosi con la proprietà di creare una copertura a protezione dei resti della cabina elettrica per proteggerla dalle intemperie. E’ lì che ieri si è focalizzata l’attenzione del brigadiere capo dei Ris di Roma Giovanni Russolillo, esperto di chimica ed esplosivi infiammabili, e dell’ingegnere Gianluigi Guidi, esperto di incendi, arrivati poco dopo le 12.30 allo chalet Spiaggia Bonetti distrutto dalle fiamme il 30 maggio scorso.

LEGGI ANCHE Le attenzioni degli esperti su tre reperti bruciati - Rogo da Bonetti, una delle porte era aperta

Non si esclude infatti un cortocircuito della cabina elettrica ma resta da capire cosa l’abbia provocato. Sono state le fiamme divampate nel locale a mandare in corto la cabina oppure il cortocircuito ha generato le fiamme che in poco tempo hanno ridotto in cenere la struttura nuova di un anno? Ristrutturando lo chalet la famiglia Bonetti aveva fatto un potenziamento dell’impianto, 80 chilowatt, avendo macchinari prevalentemente a funzione elettrica. Prima di raggiungere Portonovo, accompagnati dal comandante dei carabinieri del Norm Vittorio Tommaso De Lisa e dai carabinieri del Nucleo Investigativo, e analizzare lo stato dei luoghi i due consulenti hanno voluto vedere il moncone della porta sequestrato la settimana scorsa dai militari durante un sopralluogo nell’area ancora interdetta dalla magistratura. La parte alta è andata distrutta mentre quella in basso ha una netta stratificazione dell’incendio.

E la porta dello spogliatoio , risultata aperta e non chiusa a chiave. La maniglia infatti, nella prova fatta ieri, scende. Non era stata chiusa? O è stata forzata? I consulenti vogliono approfondire questo dettaglio anche se sono quasi certi che l’incendio non si è propagato dalla porta. I reperti portati via verranno analizzati per stabilire i tempi della combustione, da dove sono partite le fiamme e soprattutto se ci sono tracce di accelerante. Con un nastro biancorosso è stato ricostruito il perimetro dell’immobile e la divisione degli ambienti e la posizione esatta del quadro elettrico. Al sopralluogo hanno partecipato anche un consulente nominato dalla famiglia Bonetti e uno nominato dall’assicurazione oltre all’avvocato Riccardo Leonardi con la collega di studio Marica Peciccia che rappresentano la società proprietaria dell’immobile che al momento è parte lesa.

Sul posto anche Paolo Bonetti , anima dello chalet. Il brigadiere capo del Ris si è preso 60 giorni di tempo, l’ingegnere 90 per ricostruire la dinamica dell’incendio. Ieri lo stabilimento ha iniziato intanto ad effettuare un servizio ristorazione direttamente sotto l’ombrellone dei clienti. Sarà possibile, per tutti i week end, ordinare il pranzo che Bonetti fa preparare in un bar delle Palombare, della cugina, dove ha impiegato parte del personale addetto alla cucina per tutelare il loro posto di lavoro.