Incendio porto Ancona, l'inchiesta. "Rogo forse partito dai pannelli fotovoltaici"

In città anche la ministra delle Infrastrutture: "Pronti ad aiutare". Distrutti 40mila metri quadrati di capannoni e attività produttive. Vigili del fuoco ancora al lavoro

Distrutta un'intera porzione del porto di Ancona

Distrutta un'intera porzione del porto di Ancona

Ancona, 16 settembre 2020 - Scuole di ogni ordine e grado, asili compresi, chiuse anche domani, giovedì 17, ad Ancona a causa del devastante incendio al porto che è deflagrato nella notte al porto. E' la decisione presa in serata dalla sindaca Valeria Mancinelli dopo avere fatto il punto con i tecnici sulla qualità dell'aria sulla città, gravata da ore da una pesante nube nera. I dati sulle polveri sottili migliorano ma, evidentemente, non abbastanza per dichiarare il cessato pericolo. 

Aggiornamento Le ultime notizie sull'inchiesta

Campionamenti dell'aria

L'Arpam ha fatto dei campionamenti dell'aria. "Parlando con i concessionari di quei capannoni - dice Giancarlo Marchetti, direttore dell'Arpam - abbiamo appreso che tra il materiale custodito c'erano anche pannelli di poliuretano espanso, gommapiuma, stoccati. È necessario vedere se la loro combustione abbia sprigionato sostanze dannose, come l'acido cianidrico. Abbiamo fatto sei campionamenti e i risultati si sapranno solo giovedì mattina".

L'Arpam ha istallato sul luogo anche un campionatore di aria, una sorta di aspirapolvere, che resterà attivo per 12 ore analizzando l'aria e cosa ci è finito, metalli e diossina compresa". "Di sicuro non abbiamo respirato aria buona della Valtellina - continua Marchetti -.Adesso dobbiamo accertare quanto non lo era. Qualsiasi incendio sprigiona sostanze inquinanti, adesso va visto se erano anche tossiche. Sentendo già l'Asur però non si sono registrate persone finite in ospedale con problemi derivati dal fumo di oggi. Il picco massimo di emissioni c'è stato attorno alle 6, quando la maggior parte della popolazione ancora dormiva e stava al chiuso, per fortuna". In quegli orari la centralina della Cittadella ha registrato valori altissimi di PM1, le polveri sottili causa di inquinamento atmosferico. Erano di 100 microgrammi a metro cubo quando di questi tempi sono di 10.715 microgrammi. "Tra le 6 e le 7 - conclude Marchetti - sono arrivate a 250 ma alle 17 erano di nuovo scese a 25".

L'inchiesta

Una volta avuto il riscontro sulle analisi dell'aria la Procura di Ancona, che ha aperto un fascicolo per incendio, potrebbe indagare anche per reati ambientali. Il pm Irene Bilotta attende una relazione da parte dei vigili del fuoco, e dalla squadra mobile delegata alle indagini, non appena sarà domato anche l'ultimo focolaio interno che impedisce ai pompieri di spingersi all'interno e avere così elementi oggettivi per capire la natura delle fiamme. Al momento sono aperte tutte le piste investigative. Una delle prime ipotesi, circolata in mattinata, è che il rogo sia partito a causa di un corto circuito elettrico in un muletto che era in uno dei capannone. Ma la pista che ha preso principalmente piede nel corso della giornata è il malfunzionamento dei pannelli fotovoltaici. L'ipotesi che si tratti di un gesto doloso è invece solo residuale. 

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La ministra

La ministra alle Infrastutture Paola De Micheli è stata in città nel pomeriggio. "Siamo pronti a supportare l'autorità portuale per la fase ricostruttiva di un impianto così stategico e importante", ha assicurato, visitando l'area ex Tubimar, circa 60mila metri quadrati, devastati dalle fiamme. I vigili del fuoco, pur dichiarando il rogo "sotto controllo", sono ancora al lavoro per mettere in sicurezza la zona: sono più di venti le squadre provenienti da tutte le Marche impegnate nelle operazioni. In città sono chiusi scuole, parchi e impianti sportivi. E' stato chiesto agli anconetani di limitare gli spostamenti e tenere le finestre chiuse.

Al porto anche il governatore uscente Luca Ceriscioli che - sulla base dei primi rilievi dell'Arpam - ha spiegato alla ministra che "la nube non è tossica anche se è inquinante". "Spero che si riesca a evitare il più possibile i disagi per gli operatori - ha aggiunto la ministra -. Però, la notizia più importante è che non si sia fatto male nessuno: il resto lo affronteremo punto per punto e lo risolviamo. Ci vorra' qualche giorno per fare la valutazione dei danni: immaginando che ci vorrà una demolizione" completa delle strutture. "Ci saranno costi per demolire e per ricostruire - ha detto ancora -: accompagneremo il percorso delle decisioni con le risorse necessarie". "Questo è un porto sul quale vogliamo e abbiamo già deciso degli investimenti - ha concluso la ministra alle Infrastutture -: li implementeremo alla luce del progetto che emergerà quando tutto sarà a posto e lo faremo velocemente". 

Il rogo

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Il grande incendio che ha terrorizzato la città è "sotto controllo", assicurano i vigili del fuoco. C'è ancora un focolaio acceso nel cuore del capannone che l'autorità portuale di Ancona ha dato in concessione alle principali aziende che operano all'interno dello scalo. Nella zona c'è anche un deposito di bombole di acetilene: le esplosioni sono continuate per tutta la mattina, anche se meno devastanti di quelle che, nel cuore della notte, hanno svegliato tutta la città (video). Ora, le attività di via Einaudi, vicine al rogo, hanno ripreso le attività. Resta però ancora chiuso il rifornimento del metano.

I danni

I danni sono incalcolabili. Di sessantamila metri quadri, ne sono andati distrutti oltre quarantamila. Nei capannoni c'era materiale di ogni tipo: da yacht in costruzione, a pezzi per le navi in via di realizzazione alla Fincantieri e nei vicini cantieri Ferretti e Isa. I vigili del fuoco hanno avuto a che fare con container pieni di materiale plastico e sanitario (guanti in lattice, siringhe) che stanno dando parecchi problemi, sviluppando molto fumo

Fuoco e fiamme (Ansa)
Fuoco e fiamme (Ansa)