MARINA VERDENELLI
Cronaca

L’inchiesta della Procura, rifatto dopo l’alluvione: “Il ponte non è a norma”

Senigallia (Ancona): la perizia sulla struttura ricostruita in seguito al primo disastro del 2014. “Troppo bassa e con i parapetti chiusi, ha fatto da tappo per i detriti”

Senigallia (Ancona), 14 settembre 2024 – Due alluvioni, due inchieste e un fiume di dubbi. L’ultimo riguarda il ponte 2 Giugno di Senigallia, finito nel mirino in occasione di entrambi i disastri che hanno seminato morte e distruzione. Una perizia fatta fare dal pm della Procura dell’Aquila Fabio Picuti, che si sta occupando della seconda inchiesta sui tragici fatti del 15 settembre 2022, evidenzia come il ponte, costato 2,5 milioni, sarebbe stato costruito senza rispettare la normativa.

Il nuovo ponte 2 Giugno, demolito e ricostruito dopo l’alluvione del 2014
Il nuovo ponte 2 Giugno, demolito e ricostruito dopo l’alluvione del 2014

In caso di calamità, potrebbe essere addirittura da ostacolo. Alle porte dell’anniversario della tragedia, con l’esondazione di due fiumi che causarono 13 morti (uno era un bambino di 8 anni), emergono particolari che lasciano grossi dubbi sul ponte, la cui irregolarità è stata inserita anche nel capo di imputazione e nella richiesta di rinvio a giudizio per 22 indagati che affronteranno l’udienza preliminare il 4 dicembre.

La perizia evidenzia come il ponte non solo è troppo basso e con i parapetti chiusi, ma poggia addirittura all’interno degli argini, senza rispettare la distanza di 1,5 metri imposta dalle norme. Un ponte che si è trasformato in un tappo per i detriti arrivati da monte, fuori dalle linee guida impartite dal ministero.

L’indagine sul ponte 2 Giugno, a cui è seguita poi la consulenza tecnica chiesta dalla Procura, è partita a seguito di un esposto che un cittadino, l’avvocato Simeone Sardella, legale di alcuni alluvionati, ha fatto dopo i fatti del 15 settembre 2022. “Stavo ancora pulendo il fango da casa mia – spiega il legale –, quando ho visto i video che sono circolati in rete sul ponte 2 Giugno e l’esondazione a monte. Vivo circa 700 metri a nord rispetto al ponte e la notte dell’alluvione era come se ci fosse un fiume deviato, la cui corrente si dirigeva con incredibile forza, in maniera apparentemente innaturale, verso nord anziché verso il mare. Ho quindi assunto informazioni, studiato la normativa, e mi è venuto il dubbio che le norme per la costruzione del nuovo ponte non fossero state rispettate”.

Il ponte 2 Giugno è stato demolito e ricostruito tra 2020 e 2021, dopo i danni dell’alluvione del 2014. Un progetto affidato dal Consorzio Bonifica Marche alla consociata Bonifica Marche Service. Stando alla consulenza della Procura, realizzata dall’ingegnere Mario De Miranda, che costruisce ponti a livello mondiale ed è un massimo esperto, il ponte sarebbe stato realizzato senza rispettare le Ntc 2018, norme tecniche per le costruzioni. La sua presenza inoltre, insieme anche alla pioggia caduta, ha avuto un nesso causale con l’allagamento della città.

“In base a quanto accertato dal perito della Procura con un’infrastruttura a norma non ci sarebbe stata l’esondazione nel centro storico di Senigallia – osserva l’avvocato Sardella –. Anche ora, senza un insieme complessivo di opere a monte, rischiamo nuove alluvioni. Ci vorrebbe la certezza che le vasche di laminazione riducano i picchi di piena a un volume che possa essere contenuto nella sezione al di sotto di ponte 2 Giugno. Dalle conclusioni del perito della Procura si desume che siamo in una situazione di pericolo”.