Incidente Marina di Montemarciano, il fratello di Alberto Catani: "Scena apocalittica"

Andrea, fratello di Alberto Catani il 42enne falciato in bici con la sua compagna sul lungomare di Marina: "Vivevamo insieme, eravamo felici. Quella donna ha fatto con l’auto qualcosa che neanche uno spazzaneve"

Andrea Catani (ultimo a destra), insieme al fratello Alberto e alla compagna Stefania

Andrea Catani (ultimo a destra), insieme al fratello Alberto e alla compagna Stefania

Ancona, 20 giugno 2022 - Progettava il futuro e con Stefania aveva trovato l’amore della sua vita. "Erano la coppia perfetta e stavano provando a farmi diventare zio, ci speravo molto. Un dolore così non si sopporta". A raccontare chi era Alberto Catani, il 41enne falciato e ucciso da un’auto giovedì scorso, insieme alla fidanzata Stefania Viterbo, 39 anni, è il fratello più grande, Andrea.

Il nucleo familiare abitava tutto nella stessa palazzina a Marina di Montemarciano e non c’era giornata che non stessero insieme, soprattutto la sera, a cena. "Stavamo vivendo giorni molto felici e allegri – dice Andrea Catani – per una serie di eventi della vita ci siamo ritrovati tutti a rivivere nella stessa palazzina, in piani diversi e si era creato un bel clima familiare di giornate bellissime. Alberto aveva trovato la sua metà della vita, Stefania, una persona carinissima, meravigliosa che sapeva come prenderlo. Ho conosciuto i suoi genitori in questi giorni purtroppo e sono persone carine come lei. Il dolore adesso è straziante. E’ calata la morte là dove doveva nascere la vita".

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Parole di amore fraterno escono una dopo l’altra dalla bocca di Andrea, vicino ora più che mai ai propri genitori, per stringersi insieme in un dolore che non potrà passare mai. "Il calcio era una costante nella vita di Alberto – sottolinea Andrea – era appassionato, aveva allenato bambini e adesso stava cercando squadre per riprendere. Poi amava la mountain bike e la pesca. I miei figli, suoi nipoti, lo adoravano, amavano andare a pesca con lo zio perché lui era coinvolgente, dava loro le sue canne, le uscite erano sempre divertimento puro". A spezzare la vita di Alberto e Stefania giovedì è stata una Fiat Panda guidata da una donna di 38 anni che era in auto con la figlia e, sembrerebbe, anche un cagnolino. Tornava da una cena al ristorante La Cala. Ha perso il controllo e ha falciato la coppia che si trovava in bicicletta sul lungomare di Marina.

"Alberto era gioviale, allegro, un carattere deciso – lo ha ricordato il fratello – che aveva sempre una parola per tutti, molto acceso quando si parlava di politica ma poi c’era sempre Stefania che riusciva a prenderlo per il verso giusto, lei lo riportava alla ragione". Alberto e Stefania stavano insieme ormai da un anno. Una conoscenza sui social la loro che era sbocciata subito in un profondo amore tanto che lei aveva lasciato la sua città, Bari, per trasferirsi a Montemarciano. La sera prima dell’incidente erano stati tutti a cena insieme, a casa. "Anche giovedì hanno mangiato a casa – dice il fratello – poi sono usciti per una passeggiata fuori. Abitiamo a 300 metri dal mare, un amico mi ha avvisato e io sono andato subito lì. Ho visto una scena apocalittica. Quella donna, con una Panda, ha fatto quello che nemmeno uno spazzaneve sarebbe riuscito a fare". Oggi alle 17.30 il funerale di Alberto, nella chiesa di Santa Maria della Neve a Marina di Montemarciano. E quello di Stefania a Triggiano, sua città natale.