"Incompetenti, il conto sarà salatissimo"

La dura reazione dell’imprenditore e presidente di Confindustria Ancona, Pierluigi Bocchini: "Migliaia di posti di lavoro a rischio"

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"Da questo nuovo decreto del presidente del consiglio Conte arriverà un conto salatissimo". Ne è convinto l’imprenditore jesino e presidente di Confindustria Ancona Pierluigi Bocchini che non usa mezzi termini ma precisa: "La mia è una posizione personale, consapevole che alcuni colleghi imprenditori potrebbero non condividerla. Sono assolutamente contrario, nel merito e nel metodo, a questo ennesimo e dannoso Dpcm. Nel metodo perché, al solito, è un editto. Nel merito perché, di fatto, scarica la responsabilità di questa recrudescenza del contagio al comportamento irresponsabile di cittadini ed imprenditori. Nel caso di specie soprattutto della ristorazione, quando è di evidenza assoluta che il problema dei contagi si è riproposto quando Stato e Regioni hanno sottovalutato i rischi legati al trasporto, soprattutto in ambito scolastico".

Bocchini è presidente di Clabo spa, società quotata in Borsa che produce banchi frigo per gelaterie e locali in genere, vende in molti Paesi e ha uno stabilimento produttivo anche in Cina con circa un centinaio di operai. Si dice sicuro che le nuove norme studiate dal governo italiano porteranno conseguenze importanti per le economie locali e non. "Il nuovo decreto del presidente Conte – rimarca Pierluigi Bocchini che già in passato ha criticato le misure del governo e quanto fatto da marzo per arginare la pandemia – manderà in fumo mezzo miliardo al giorno di ricavi, venti miliardi al mese. E sono circa 800mila i posti di lavoro a rischio tra ristoranti e bar. Arriverà il giorno – conclude – in cui incompetenza e incapacità al potere pagheranno un conto salatissimo".

Una posizione che l’imprenditore jesino ha lanciato sui social network riscuotendo parecchi consensi, tra uomini d’impresa e comuni cittadini. Il rappresentante degli industriali che ha conosciuto la pandemia prima di tanti con il suo stabilimento di Qingdao, non è da annoverare tra i negazionisti, ma è convinto che "il vero problema del Covid19 non è la malattia in sé che ha una letalità modesta e in diminuzione. La criticità sta nella sua contagiosità e nel rischio che si entri in crisi sanitaria per il sovraccarico del sistema sanitario con la conseguente necessità di blocchi, anche delle attività produttive".

Ecco perché "è assolutamente indispensabile ed è la priorità ora – rimarca – prendere i soldi del Mes: oltre che per il risparmio di 300 milioni l’anno, fatto non certo banale, anche per il vincolo di destinazione nell’utilizzo dei fondi che obbligherebbe il governo ad investire nel sistema sanitario senza se e senza ma".

Sara Ferreri