Ancona, l'infermiere no vax: "Follia sospenderci, felice di tornare in corsia"

Enzo Palladino, infermiere non vaccinato all’ospedale di Torrette, oggi riprenderà il suo posto: "Era un ricatto di Stato, non l’ho accettato"

Ancona, 3 novembre 2022 - "Non è proprio una bella notizia che possiamo tornare al lavoro, lo fanno perché si sono accorti che la sanità così è al collasso, c’erano più di 4mila figure sospese, non lo fanno mica per noi". E’ diretto Enzo Palladino, infermiere di Torrette, nel reparto di Endoscopia Digestiva, diventato un simbolo no vax in piena pandemia, bandiera di tante battaglie per chi, come lui, non ha voluto sottostare all’obbligo vaccinale imposto dal governo per continuare a lavorare in ospedale.

L’infermiere no vax Enzo Palladino, prima sospeso e ora reintegrato a Torrette
L’infermiere no vax Enzo Palladino, prima sospeso e ora reintegrato a Torrette

E’ stato tra i primi dipendenti ad essere sospeso. "Tornare al lavoro ovviamente mi fa piacere – dice Palladino, al vertice del sindacato Laisa, lavoratori indipendenti della salute – mi mancava il mio reparto, la mia professione e i colleghi con i quali ho sempre mantenuto un ottimo rapporto, anche da confinato a casa. Sono felice di poter dare un piccolo contributo alla sanità. Torno con qualche dispiacere, quello di essere stato vessato e maltrattato dallo Stato. Sono 13 mesi che non prendo lo stipendio e quello che verrà so già che avrà delle decurtazioni per le tasse regionali di cui sono a debito". E ancora: "Una follia farci rientrare? Assolutamente no, è stata una follia sospenderci perché è dimostrato che anche i vaccinati contro il Covid possono contagiare. Ora aspettiamo che qualcuno faccia luce se la sospensione era un provvedimento necessario" .

L’infermiere racconta di essere riuscito ad andare avanti economicamente, in questi mesi, grazie a dei risparmi che aveva e all’aiuto di alcuni amici. "Ho fatto dei debiti che però sistemerò quanto prima ora che torno al lavoro – promette – per fortuna ho una casa di proprietà e anche quello mi ha agevolato. Ma non sono pentito della mia battaglia e della mia scelta. Se torna l’obbligo vaccinale non lo farò, mantengo il punto preso. Non sono una persona che è contraria ai vaccini, in passato ho fatto anche gli antinfluenzali, ma quello che mi ha portato ad aprire gli occhi è stato il ricatto lavorativo. Eravamo obbligati altrimenti non ci facevano lavorare. Non esiste questa cosa. La mia è stata una scelta ideologica, non ho voluto sottomettere il mio corpo ad un ricatto di Stato. Poi mi sono anche documentato su questo vaccino, su tanti fronti, ho avuto modo di studiarlo anche dal punto di vista scientifico e sono sempre più convinto di aver fatto bene. Non protegge dai contagi e nemmeno dal virus. Troppe incongruenze".

Al lavoro Palladino tornerà questa mattina, nel turno delle 7.30, già concordato con la sua coordinatrice di reparto. Fino a ieri pomeriggio attendeva che il suo ordine professionale gli inviasse la fine del provvedimento di sospensione. "Mi auguro che su come è stata gestita la pandemia – osserva l’infermiere – sia aperta una commissione d’inchiesta perché anche l’attuale presidente del consiglio Giorgia Meloni ha detto che l’Italia è il Paese che ha avuto più morti nonostante le restrizioni più alte adottate, qualcosa non ha funzionato, devono dirci cosa".