Influenza a Senigallia: "Un focolaio così non si vedeva da una decina di anni"

Febbre alta, tosse e mal di gola dopo le serate trascorse in alcuni locali della zona. Solo 9 tamponi positivi al Covid. Parla l'esperto

La febbre ha raggiunto anche i 40 gradi

La febbre ha raggiunto anche i 40 gradi

Senigallia (Ancona), 7 marzo 2022 - A Senigallia l’influenza mette a letto centinaia di giovani che hanno festeggiato il Carnevale in alcuni locali della spiaggia di velluto. Febbre alta, tosse e mal di gola sono i sintomi più comuni tra i giovani che in alcuni casi hanno visto salire il termometro fino a 40 gradi. Subito è scattata la corsa al tampone pensando che si trattasse di Covid, ma l’univocità degli esiti ha spiazzato anche i medici di famiglia e il dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta due: su un campione di 115 casi, solo nove sono risultati positivi al coronavirus.

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Gli accertamenti sono proseguiti per verificare che non si trattasse di legionella, ma anche questa ipotesi è stata scartata dagli esiti degli esami che hanno evidenziato la negatività al batterio. "I casi sono apparsi in gran parte asintomatici dopo 2-3 giorni di febbre alta e qualche giorno di raffreddore. Sembrava una recrudescenza del virus e invece è stata soprattutto un focolaio di influenza di stagione – dice Marco Pompili, responsabile dell’osservatorio epidemiologico della Regione Marche – senza eguali da molti anni, forse un decennio. Dobbiamo sottolineare che l’infleunza stagionale è scomparsa completamente nelle Marche negli ultimi due anni, soppiantata dal covid. È una cosa strana, ma non sono stati riscontrati altri tipi di batteri o casi di covid".

Nel mirino dei social era finito anche un locale additato inizialmente come il responsabile dell’accaduto. I proprietari avevano subito smentito e a confermare la loro estraneità all’accaduto sono state le indagini epidemiologiche messe in atto dal dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 2 che hanno evidenziato che si tratta di influenza stagionale di tipo A. "Sebbene nel mese di marzo si registri ogni anno il termine dell’ondata epidemica stagionale di influenza non deve sorprendere che questa stagione sia stata differente dalle precedenti – spiega il dipartimento di prevenzione –. Si tratta della seconda stagione nella quale la popolazione generale presta particolare attenzione alle norme igieniche più efficaci per la prevenzione di virus a trasmissione respiratoria: lavaggio frequente delle mani, utilizzo delle mascherine e distanziamento. Il fatto che buona parte della popolazione giovanile fosse suscettibile all’influenza per non essersi infettata nelle precedenti annate e non aver effettuato il vaccino antinfluenzale spiega il picco anomalo di contagi che si è registrato in questi giorni tra i più giovani".

Il timore ora è che, a distanza di pochi giorni, vista l’alta contagiosità, possano finire a letto con febbre alta, mal di gola e tosse anche i familiari dei giovani che hanno già contratto il virus.

La febbre è infatti esplosa a tre, quattro giorni di distanza dalla serata in cui dovrebbe essere avvenuto il contagio. Quanto accaduto, secondo alcuni medici di base, sarebbe dovuto anche ai contatti limitati negli ultimi due anni che hanno portato ad una diminuzione di anticorpi. Dall’indagine telefonica effettuata dall’Asur è inoltre emerso che la gran parte dei giovani contagiati abbia preso una consumazione al bar, dov’è più facile che si verifichino situazioni di assembramento. Ora l’auspicio è che i contatti scolastici e familiari dei giovani contagiati non si ammalino, situazione che sarà monitorata dai medici di base in collaborazione con il dipartimento di prevenzione.