"Insultato da ragazzi fascisti perchè consigliere del Pd"

Il racconto del 22enne Giacomo Mosca che siede in Consiglio comunale: "Tornavo con amici dalla discoteca e loro nel bus inneggiavano al Duce".

"Insultato da ragazzi fascisti  perchè consigliere del Pd"

"Insultato da ragazzi fascisti perchè consigliere del Pd"

"Un’ora da incubo. Un’ora continua, senza pause, trascorsa a sentire insulti di carattere politico, insulti rivolti a me che sono un ragazzo di centrosinistra, un’ora di 7-8 persone che inneggiavano al Duce, un’ora durante la quale, vista la rabbia che avevo dentro, è stato difficile non rispondere". A parlare è il consigliere democrat Giacomo Mosca, 22 anni tra i più giovani nelle Marche. Sabato notte, rientrando in autobus con alcuni amici da una piacevole serata in discoteca ha vissuto 60 minuti da incubo durante i quali ha dovuto ascoltare sfottò e cori inneggianti al fascismo.

"Sono stato con un occhio aperto e uno chiuso pensando: ‘Non si sa mai cosa possano fare persone capaci di dire certe cose’. Ho finto di dormire, mentre mi ricoprivano di insulti più o meno pesanti, di carattere politico. Erano 7-8 ragazzi che vivono tra Jesi e la Vallesina. Inneggiavano al Duce con supposizioni di vario genere e mi aspettavo di tutto – confessa il consigliere di maggioranza-. Ho dovuto usare tanta pazienza ma sono stati 60 minuti di rabbia e sofferenza, nel constatare che giovani della mia età possano pensare davvero certe cose. Rabbia nel pensare che se veramente vivessimo non quel periodo oggi, non potrebbero fare nemmeno la metà di quello che fanno, perchè la libertà, a quel tempo era illusione più che realtà".

Ma perché non ha risposto a quegli insulti? "Non cadere in tutte quelle provocazioni non è stato semplice, specie per uno istintivo come me. Ma erano in otto contro uno. Dentro al bus vi erano tanti giovani e ognuno di loro avrà avuto un proprio pensiero politico, però hanno preso di mira solo me perché politicamente e pubblicamente schierato. Ero nella zona al centrale-finale del bus forse tanti altri rahazzi nè l’autista si sono resi conto di quanto accadeva. Ho pensato che forse l’indifferenza è l’unica arma che permettere in alcune situazioni di andare avanti per non scendere a certi livelli. Ho pensato anche però che se ci fosse stato nonno lì vicino, magari, non a parole, tantomeno con la violenza, ma mostrando quello che i fascisti hanno fatto su di lui, forse, e dico forse, avrebbero capito quanto il fascismo sia sbagliato".

"In quell’ora – conclude il giovane consigliere – ho preso ancor più consapevolezza di essere diverso da loro, soprattutto da questi comportamenti tanto simili a quelli di chi in gruppo contro una persona, proprio nel periodo che loro tanto idolatrano, uccisero, stuprarono e massacrarono milioni di persone".

Sara Ferreri