"Invece di premiare chi è più bravo la politica preferisce spendere di più"

Gabriele Brandoni, segretario regionale Cisl medici: "Ogni gettone costa una fortuna. E poi chi controlla i loro turni?"

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Il fenomeno dei medici delle cooperative pagati a gettone nei pronto soccorso (per ora) delle Marche è in costante crescita e tra i sindacati di categoria c’è molta preoccupazione: "La soluzione delle cooperative costa molto di più, ma con un escamotage la politica lo rende più appetibile inserendo i medici privati alla voce ‘Beni e servizi’, un altro capitolo di spesa. Tutto ciò per non toccare i conti della sanità pubblica, ma alla fine i contribuenti finiscono con il pagare di più". Gabriele Brandoni, segretario regionale Cisl medici, segue da tempo la questione e le sue idee sono chiare: "Invece ci gratificare i medici in servizio e incentivarne dei nuovi _ aggiunge Brandoni _ la politica preferisce una strada diversa. Ogni gettone costa una fortuna se valutato nel complesso. Ma i dubbi sulla bontà del sistema non finiscono qui. I medici a gettone in servizio per un turno qua e là vengono messi solo a occuparsi dei codici bianchi e verdi, mentre le emergenze dei codici rossi ricadono sempre sugli strutturati, i soliti ‘cornuti e mazziati’. Inoltre, chi controlla sulla regolamentazione dei turni di lavoro dei medici privati? Un medico che fa un turno di pomeriggio nelle Marche e poi va in Lazio o in un altro posto rispetta i limiti di sicurezza per la professione imposti per legge? Chi controlla i loro orari di lavoro per capire se l’idoneità è garantita?". La galassia professionale dei medici è in forte cambiamento e le varie opzioni garantite dalla politica, nazionale e regionale, contribuiscono al depauperamento della sanità pubblica: "Le cooperative fanno soprattutto affidamento su medici in pensione in questa fase _ puntualizza il segretario Cisl Medici Marche _, ma non soltanto loro, purtroppo. Conosco casi, e sono convinto che aumenteranno, di medici del pubblico disposti a passare alle cooperative per guadagnare di più. Detto in soldoni, un professionista delle cooperative riesce a garantirsi lo stipendio di un collega del pubblico lavorando un quarto dei giorni.

Fino a quando le istituzioni garantiranno il settore con gettoni pesanti l’emorragia di personale dai nostri ospedali sarà costante". Tutti questi punti messi assieme spiegano come mai le liste d’attesa siano una vera e propria piaga sociale e da Brandoni arriva la conferma: "La coperta è corta e tende a diventarlo sempre di più. I pronto soccorso dei nostri ospedali devono tamponare la carenza di personale come possono, se non sono i medici delle cooperative si fa affidamento su altri colleghi dello stesso ospedale per tappare le falle in alcuni turni. Così capita che un otorino vada in ps o un radiologico svolga un turno di notte in rianimazione, con competenze e conoscenze molto diverse. Togliere personale da altri reparti finisce con il ritardare interventi, esami e prestazioni ambulatoriali in genere".

Pierfrancesco Curzi