
di Nicolò Scocchera
Tommaso Conz è tornato a gareggiare ad alti livelli. Una grande gioia sportiva che si è andata ad affievolire poco dopo per i danni provocati dall’acqua nella sua abitazione la settimana scorsa. Conz vive a pochi passi da fosso Sant’Angelo, in via Cavalieri di Vittorio Veneto, nel punto in cui è tracimato. Danni e tanta amarezza che hanno rovinato la festa all’ultramaratoneta di Senigallia che all’"Utlac250 Lake Como Endurance Trail", un percorso di 265 chilometri sul lago di Como, è riuscito a chiudere in 12ª posizione.
Una prestazione più che soddisfacente, deve essere stata una bella emozione…
"Non mi mettevo in gioco in una competizione del genere da 4 anni. Il Covid ha cancellato molte gare e un pizzico di entusiasmo, tuttavia sentivo che questa competizione avrebbe potuto regalarmi qualcosa in più".
Dopo tanto tempo ha trovato delle differenze in gara?
"Il percorso non era tracciato in questa edizione, bensì basato sull’orientamento Gps. Mi sono trovato a gareggiare con un orologio cartografico, una situazione del tutto inedita per me. Comprare questa attrezzatura a 42 anni, per la prima volta… Non ero affatto entusiasta, alla fine invece è stata un’esperienza molto affascinante".
Tante novità ed altrettanta fatica con un percorso così complicato.
"E’ stato davvero stimolante anche se nei punti base-vita faticavo a riposare quindi queste 70 ore di gara le ho accusate tutte, soprattutto in salita. Quasi 20 ore di piogga, non ho dormito mai, eppure è stata un’esperienza fantastica. Sono davvero felice di aver chiuso tra i primi 15 classificati, è stata una gran bella iniezione di autostima. Avrei voluto celebrare questo successo con maggiore spensieratezza, purtroppo però non è stato possibile".
Già perché i problemi sono arrivati a Senigallia…
"Esatto, la vera prova l’ho affrontata a casa mia e quel che è peggio non me l’aspettavo. Vivo a due passi da fosso Sant’Angelo, proprio nel punto in cui è tracimato. La mia abitazione purtroppo ha subito danni notevoli".
Che tipo di danni?
"Ho un seminterrato piuttosto grande nel quale tengo i giocattoli di mia figlia, c’è un garage oltre alla mia palestra dove posso prepararmi per le gare, insomma uno spazio che ho sempre sfruttato tanto. Le paratie non sono state sufficienti a fermare l’acqua".
Dei giorni davvero surreali, che cosa ha provato?
"In un momento bello della mia carriera sportiva è arrivata questa tegola e non nascondo che mi ha fatto male. L’alluvione coinvolge un’intera città, il silenzio collettivo può unire, stavolta invece mi sono sentito solo. Non amo le polemiche, ma non posso nascondere che io e la mia famiglia siamo davvero stanchi di vivere situazioni del genere".