"Istao e nuovi compensi Sono lo specchio della nostra realtà"

Appartengo alla vasta e stanca schiera di elettori marchigiani, in difficoltà anche per esprimere un giudizio compiuto in ordine all’operato della compagine di governo regionale ormai insediata da un paio d’anni. Non ho difficoltà ad ammettere questo grave limite personale, da associare però alla responsabilità di un ceto politico, incapace e disinteressato a stimolare e favorire partecipazione. A ogni latitudine e con risultati evidenti. In sostituzione dei precedenti amministratori, tutto fuorché impeccabili, è stato promosso un personale politico privo di esperienza, salvo rare eccezioni, che sembra in tutt’altre faccende affaccendato. Come ha di recente riferito la stampa a proposito della nomina del vertice ISTAO. Parliamo di un ‘Ente morale privo di lucro’, recita lo Statuto e il Presidente non riceve compensi. Almeno fino alla gestione Marcolini, protagonista negli anni anche di una riuscita operazione di risanamento finanziario dell’ente. Alle sue dimissioni la Giunta avvia il nuovo corso chiamando una vecchia conoscenza, Mario Baldassarri. La prima iniziativa è nota: modifiche statutarie grazie alle quali l’indennità volerà d’incanto a 180 mila euro annui. Il Cd’A, dove siede da poco anche la candidata Sindaco di Ancona in pectore, non fa una piega. Altre novità dovrebbero riguardare l’accorpamento con le funzioni di direttore generale. Gira intanto voce che il professore si è incaricato di stilare un corposo documento programmatico. Ovviamente nessuno discute le robuste qualità dello stimato professionista, ex vice ministro, ormai pensionato, il quale giustamente s’interroga sulla prospettiva. La propria, a quanto pare. I cittadini marchigiani, invece, dovrebbero avere a cuore invece il Futuro della comunità, il Bene Comune. Ecco perché la vicenda ISTAO è emblematica. Dobbiamo essere grati a quanti l’hanno saggiamente posta alla attenzione dell’opinione pubblica. Difficile attendersi novità nell’attuale contesto. Dobbiamo insistere a costo di rigirare il dito nella piaga. Dobbiamo chiederci tutti se esista un nesso con il fatto che sempre più ragazzi istruiti e formati nel nostro Paese decidono di andare a spendere i loro talenti all’estero? Ai posteri. Andrea Raschia