MARINA VERDENELLI
Cronaca

Istigazione alla corruzione: perito condannato

Il 70enne era stato incaricato come ctu per accertare la natura dell’incidente in cui ha perso la vita Fabio Caprari, al Poggio nel 2011

di Marina Verdenelli

La morte di un familiare in un incidente stradale gli aveva dato la possibilità di riscuotere una polizza vita che l’uomo aveva stipulato in precedenza ma per l’assicurazione quel sinistro poteva non essere stato accidentale ma voluto dallo stesso deceduto. In caso di suicidio la polizza non poteva essere riscossa. Per usufruire del premio il beneficiario aveva portato la compagnia assicurativa in tribunale, davanti ad un giudice, in una causa civile, che doveva stabilire se la polizza poteva essere riscossa o meno. In ballo c’erano diverse migliaia di euro. Per sciogliere ogni dubbio il tribunale aveva incaricato un ctu, un consulente tecnico di ufficio, di redigere una perizia che accertasse la natura dell’incidente stradale avvenuto al Poggio. Fino a qui normale prassi. La questione però si è complicata quando il ctu nominato avrebbe preteso un acconto di 20mila euro dal beneficiario della polizza e dal suo consulente di parte, un ingegnere, nominato dall’erede per affiancare la perizia d’ufficio, per non calcare troppo la mano a sfavore del parente del deceduto. Insomma una sorta di mazzetta per fare una perizia a suo favore per fargli così incassare il premio. La richiesta sarebbe stata fatta all’ingegnere, il consulente di parte, che si è rifiutato di pagare denunciando il ctu direttamente alla Procura con l’accusa di tentata concussione. Il perito nominato dal tribunale, un 70enne della provincia di Teramo ma residente a Civitanova Marche all’epoca dei fatti (ora è stabile in Romania) è finito imputato. Lunedì è stato condannato in abbreviato dalla gup Francesca De Palma che ha riqualificato il reato in istigazione alla corruzione. Per lui, difeso dall’avvocato Mirco Piersanti, il giudice ha deciso una pena di due anni e quattro mesi. Il 70enne ha sempre rigettato le accuse e potrebbe ricorrere in appello uscite le motivazioni della sentenza per le quali il giudice si è preso 90 giorni di tempo. Nel procedimento l’ingegnere, un professionista anconetano, si è costituito parte civile con l’avvocato Andrea Marini. Chiedeva un risarcimento danni di 80mila euro ma il giudice ne ha riconosciuti 2mila. L’ingegnere, nel presentare l’esposto in Procura, tra la fine del 2014 e gli inizi del 2015 (il periodo in cui sarebbero cadute le richieste di denaro), aveva allegato anche delle registrazioni audio che il 70enne gli avrebbe fatto. Dopo la denuncia il contenuto era stato affidato per le trascrizioni all’analista forense Luca Russo. La polizza vita era quella di un 58enne, Fabio Caprari, consulente commerciale, che perse la vita al Poggio, lungo la provinciale del Conero, a settembre del 2011. Al volante di una Volvo volò da un viadotto precipitando da circa cinquanta metri di altezza. Il 58enne finì nella boscaglia e morì sul colpo. Aveva ancora la cintura di sicurezza attaccata quando venne recuperato dai vigili del fuoco. Stando ai rilievi di allora la Volvo viaggiava in direzione di Ancona quando finì nell’unico punto della strada sprovvisto di guardrail. All’epoca si ipotizzò un malore e anche l’alta velocità a far perdere al 58enne il controllo della vettura. Non si escluse nemmeno il tentativo di evitare un cinghiale.