Ha 108 anni di vita, ed è giunta alla centesima stagione, ma non è un soggetto ‘fragile’. Anzi, conferma di essere in piena salute, tanto da continuare a proporre musica di grande, non di rado grandissima qualità. D’altronde la Società Amici della Musica ‘Guido Michelli’ pare non temere i momenti storici difficili. E’ nata nel 1914, alla vigilia della Grande Guerra. A presiederla, ormai da molti anni, è il notaio Guido Bucci, che al suo fianco ha voluto un direttore artistico illustre come Guido Barbieri. Bucci, siete davvero un pezzo di storia della cultura anconetana. Quali le fasi più significative? "La più importante fu la ripresa dopo la Seconda Guerra Mondiale. All’inizio la Società era completamente persa. Tra il ‘46 e il ‘50 Elena Segre, madre di Giorgio Fuà, sì sentì in dovere di proseguire l’opera dello zio Guido Michelli. In seguito Fuà sposò Erika Rosenthal, che divenne presidente. Io fui il suo successore". Come si trovò in quell’importante ruolo? "In realtà il passaggio fu molto graduale. Dal 1999 ero nel Consiglio. Erika pian piano mi dette sempre nuove responsabilità. Vorrei ricordare l’allora segretaria Marcella Piccinini, che gestiva la società in modo molto efficace. C’era già Alberto Barbadoro come direttore artistico. Uomo di grandissima cultura, non solo musicale, squisito, gentile, di grande sensibilità, simile a Barbieri, anche lui schivo ma creativo, ricco di esperienze, sensibile alle problematiche sociali. Con lui abbiamo iniziato a celebrare la Giornata della memoria". A proposito di momenti difficili, che dire del Covid? "La gente ha imparato a stare a casa. I giovani escono, ma il nostro pubblico è piuttosto anziano. Non sarà facile riportarlo ai concerti". Un evento che ricorda con particolare emozione? "Il concerto alla chiesa del Sacramento del clavicembalista Ralph Kirkpatrick, nel ‘77. A un certo punto andò via la luce. Lui continuò a suonare come ...
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