"Italia, una grande cucina Non si vive di solo pranzo"

Donatella e Agnese di Mafalda del Poggio, Claudio Api dell’Arnia di Falconara: "Paghiamo le conseguenze dell’ignoranza e della superficialità di altri"

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"La cucina è una tradizione italiana, se togli quella togli tutto, anche il turismo". Parola di Donatella Zoia e Agnese Carlini. Sono madre e figlia, una famiglia storica la loro, proprietaria del ristorate da Mafalda, al Poggio, aperto da Mafalda Brugiavini, mamma di Donatella, oggi però dato in gestione ad altri. Ieri erano tutte e due sulle scale sotto al monumento del Passetto per il flas mob.

"Ho una attività a Camerano che fa bar e ristorante – ha spiegato Carlini, titolare del Maffy Camera Cafè – chiudere alle 18 non ha nessuna logica, è l’orario in cui lavoro di più, solo con il pranzo non si sopravvive". A risentirne sarà anche il turismo come ha osservato la mamma di Agnese. "Ieri (martedì, ndr) sono arrivati due austriaci che alloggiano in un b&b di Camerano – ha detto Zoia – hanno dovuto fare pranzo e cena insieme, alle 15, perché dopo avrebbero trovato tutto chiuso. Come faranno queste persone che come i due turisti si troveranno ad alloggiare in strutture senza ristorazione interna ?". Da Falconara, per il flash mob, è arrivato Claudio Api, titolare e cuoco del ristorante L’arnia del cuciniere. "Ci stanno dando il colpo di grazia – ha commentato il ristoratore che rappresenta anche l’Unione Cuochi Marche collegata alla Federazione Italiana Cuochi – purtroppo paghiamo le conseguenze dell’ignoranza e della superficialità di altre persone che non sono state attente per evitare i contagi. Da noi la garanzia della sicurezza c’è stata ma tanti non sono abituati a rispettare le regole". Il ristorante di Api a pranzo non è aperto perché per la posizione in cui si trova non lavorerebbe. "Noi facevamo solo la cena – ha continuato lo chef – inutile invertire il servizio non servirebbe, al giorno non c’è clientela. Per ora apriremo solo il venerdì per fare l’asporto, e il sabato e la domenica faremo il pranzo oltre che l’asporto ma non ci risolverà nulla".

Ad Ancona sono arrivati anche ristoratori di Ascoli, come Daniele Fabiani, titolare del ristorante Vittoria. "Sono venuto per portare onore alla categoria su cui troppo spesso viene puntato il dito – ha detto Fabiani – siamo portatori di cultura nel mondo e vederci declassificati così è stato un brutto colpo. A pranzo si faceva già poco prima non credo ora migliori". A manifestare c’era anche il titolare del Liz Bar di via XXV Aprile, riconosciuto come bar storico che esiste da 45 anni. "Ci troviamo in difficoltà – ha ammesso Enzo Chionne, chef barman e titolare – la mostra specialità sono le miscele del bere, i cocktail e chiudere alle 18 vuol dire chiudere l’attività. Al giorno solo la caffetteria non compensa, le scuole sono per lo più in didattica a distanza, gli uffici idem. Si vedono pochi clienti ormai e noi siamo in 4 a vivere del bar". Anche chi fa catering ha partecipato, un settore connesso ai nuovi restringimenti Covid. "Ci occupiamo di noleggio di attrezzature – ha spiegato Fabio Starigneri della Gistar Group di Monsano – come cucine e tutto ciò che serve per fare catering per preparare cerimonie come matrimoni o feste. Si è fermato tutto di nuovo. Noi siamo aperti ma non ci chiama più nessuno. Ho 5 dipendenti in cassa integrazione".

ma. ver.