Jp finirà in mano ai commissari liquidatori

Nominati dal tribunale fallimentare per accompagnare la chiusura dell’azienda con quasi seicento dipendenti. Verso il concordato.

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di Alessandro Di Marco

La Jp finirà in mano ai commissari straordinari nominati dal Tribunale fallimentare accompagnandola verso la sua definitiva chiusura con l’ormai inevitabile perdita del posto di lavoro per i 593 dipendenti, di cui 310 operanti nei due stabilimenti fabrianesi di Santa Maria e Maragone. L’azienda di elettrodomestici in fortissima crisi – che nelle ultime settimane ha cambiato nome, acquisendo la dicitura Indelfab, ma mantenendo la medesima partita Iva – ha già presentato la pratica per la liquidazione il 3 luglio e con ogni probabilità nei prossimi giorni, sempre tramite il Tribunale fallimentare, dovrebbe proporre la richiesta di accesso al concordato, a quanto pare scegliendo proprio la formula liquidatoria.

Ciò, appunto, renderebbe automatico l’affidamento della guida dell’industria ai commissari, seguendo di fatto lo stesso iter cominciato nel 2008 con la ‘Antonio Merloni’, allora proprietaria della Ardo, poi finita in mano alla Jp di Giovanni Porcarelli a fine 2012, a cui è stata ceduta dai commissari fallimentari.

Ora si va verso il commissariamento anche della Jp (Indelfab) con le figure tecniche nominate dal Tribunale che gestiranno i rapporti con i creditori per decine di milioni di euro, in primis proprio i lavoratori, ma anche le proprietà, tra cui le due fabbriche di Fabriano che potrebbero nuovamente finire all’asta al miglior offerente, oppure essere temporaneamente assegnate a qualche soggetto interessato all’affitto. Quanto ai dipendenti, a breve arriveranno i primi pagamenti della cassa Covid entrata in vigore ad inizio maggio e quindi con gli emolumenti statali per i lavoratori bloccati da circa tre mesi. Il sussidio dell’ammortizzatore sociale é certo fino al 6 settembre, poi si dovrà capire se ci sarà modo di estendere il benefit legato la pandemia, oppure potersi riallacciare alla cassa integrazione straordinaria i cui sussidi sono cominciati per la prima volta nel 2008 quando, appunto, i dipendenti erano in quota alla ‘Antonio Merloni’ e poi proseguiti in modo ininterrotto in questi otto anni a guida Porcarelli.

A prescindere dalla durata del paracadute sociale, si annuncia un’altra pesante mazzata sul fronte occupazionale per la città, visto che la perdita ormai praticamente sicura di altre centinaia di posti di lavoro va ad aggiungersi all’esercito di circa 4 mila disoccupati residenti a Fabriano registrati nel 2019 al Centro per l’impiego.