"L’alternanza con la Dad ci ha danneggiato" Adesso speriamo di reggere fino a giugno"

Al suono della prima campanella davanti al Savoia-Benincasa volti assonnati ma anche felici di potersi rivedere dal vivo. Una studentessa: "E’ da febbraio che siamo confinati a casa, sono contenta. Bus affollati? Sono salita al Viale ed ero da sola"

Migration

di Marina Verdenelli

Contenti di rivedere i compagni di classe ma non della sveglia troppo presto che ha fatto perdere un po’ a tutti l’abitudine dell’alzataccia. Mezzi sorrisi e occhi assonati ieri all’istituto Savoia-Benincasa di via Marini per il ritorno a scuola degli studenti delle superiori. Con la regione tornata in zona arancione le lezioni in presenza sono riprese in tutti i plessi al 50 per cento. Zaino in spalla e mascherina al viso i ragazzi hanno raggiunto la propria sede già prima delle 8, quando è suonata la prima campanella per il primo turno di ingresso. "Oggi è dura (ieri, ndr) – ha detto Giulia, 16 anni, alunna al terzo anno indirizzo sportivo – in dad si dormiva un po’ di più ma a scuola almeno vedrò un po’ di gente, questo mi fa piacere perché è da fine febbraio che siamo confinati a casa. I bus? Io arrivo dal viale della Vittoria e questa mattina praticamente c’ero solo io a bordo".

A non fare salti di gioia ieri c’era anche un alunno del quarto modulare. "Non sono contento per la sicurezza – ha spiegato Gianluca Rubinich, 18 anni – non tanto per me perché io ormai vengo in auto ma per i miei compagni che devono prendere il bus è rischioso. La scuola di per sé è sicura ma arrivarci è il problema. Paura del virus? Sì perché io abito con mia nonna che ha 81 anni e non vorrei si ammalasse. Nella mia classe in due già non verranno perché un alunno è positivo e un altro sta aspettando la diagnosi". A segnare i ragazzi è stata la scuola a singhiozzo, con aperture e chiusure continue. "Non torno proprio contento – ha osservato Pierluigi Polenta, alunno di una quinta turismo – l’alternanza casa scuola è stata terribile. I didattica a distanza si fa molto meno e almeno per me non è stimolante. Quest’anno abbiamo anche l’esame, sarà tutto orale e non sarà facile visto quello che stiamo vivendo. Spero di avere più stimoli in questi ultimi due mesi". E’ dal 27 febbraio scorso, con l’ordinanza del presidente della Regione Francesco Acquaroli, che le scuole superiori avevano sospeso le lezioni in presenza al 100%. Una situazione pesante anche per i professori. "Per chi insegna una lingua straniera come me – ha fatto notare Laura Ginesi, insegnante di francese al Benincasa – la distanza è deleteria, con lo schermo mi sembrava di parlare da sola". Pronta per la riapertura la preside Alessandra Rucci che ha sottolineato come "questa è la terza riapertura, speriamo di reggere fino a giugno". La scuola si sta preparando anche per gli esami di Stato tanto che "i ragazzi hanno ricevuto tutti le indicazioni per l’elaborato da presentare", ha aggiunto la preside che è in attesa di sapere dal ministero come procedere per eventuali lezioni multidisciplinare da fare in estate. Contente della riapertura le bidelle. "Era triste per noi non vedere più i ragazzi – ha detto Cristiana Bonvecchi – il nostro lavoro è stare a contatto con gli alunni ma gli alunni non c’erano".