"Lo stavamo intercettando quando in auto, parlando con un altro della banda dello spray, ha fatto riferimento ai furti di Fabriano. Già due mesi prima aveva fatto quindi dei furti simili a quelli della notte di Corinaldo". Così il luogotenente Antonio Saracino, comandate della stazione dei carabinieri di Ancona Principale, che all’epoca dei fatti era al Nucleo Investigativo del reparto operativo dei carabinieri di Ancona, ieri ha testimoniato nel processo a carico di Moez Akari, 26 anni, uno dei sei giovani della banda dello spray, già condannato in via definitiva per la strage della Lanterna Azzurra, avvenuta la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018. Akari è nuovamente a processo, accusato di furto con strappo, per episodi che risalgono al 14 ottobre 2018: tre collanine d’oro (anche se ne furono ritrovate sette in suo possesso, ma solo tre persone avevano poi formalizzato la denuncia) rubate all’interno della discoteca "Aera" di Fabriano. Il 26enne della Bassa Modenese è a giudizio davanti alla giudice Tiziana Fancello. Il comandate Saracino ieri era pronto anche a riferire sul contenuto delle intercettazioni che hanno dato un input importante a tutta l’indagine sulla banda del peperoncino, facendo capire agli inquirenti che era pratica del territorio e aveva già colpito. I dialoghi captati, però, non sono stati riferiti in aula, perché non era stata chiesta la trascrizione, benché rientrino nel fascicolo d’indagine. Akari a ottobre era stato fermato in auto, alla guida di una Lancia Y, dai carabinieri di Fabriano. Insieme a lui c’erano anche Riccardo Marchi, 25 anni, bolognese, e Andrea Cavallari, 24 anni, anche lui della Bassa Modenese (l’intercettazione che lo ha inguaiato era proprio con Cavallari). Visto che avevano precedenti, i militari li avevano sottoposti a una perquisizione. Sul fatto specifico ieri ha riferito un appuntato del Radiomobile di Fabriano, anche lui sentito in aula come testimone. "Era l’1.50 – ha detto il carabinieri –, abbiamo visto arrivare la Lancia Y e l’abbiamo fermata in viale della Vittoria. Akari aveva nei pacchetti dei fazzoletti un po’ di droga e sette collanine spezzate. Dopo una ricerca, abbiamo saputo che c’erano stati furti in discoteca quella notte. Due ragazzi sono venuti in caserma, riconoscendo le collane rubate". Un derubato è stato sentito sempre ieri, in tribunale, raccontando come era avvenuto il furto. "Ero con i miei amici – ha detto il giovane, 21enne (all’epoca era minorenne), di Pieve Torina – ed è successo tutto velocemente, mi sono sentito tirare il collo ma girandomi non ho visto nessuno, poi mi sono accorto che non avevo più la collanina, un regalo del battesimo, con tanto di croce. Ho chiesto aiuto alla sicurezza, ma nessuno aveva visto nulla". La collanina era tra quelle trovate ad Akari ed è stata poi restituita al 21enne dai carabinieri. Prossima udienza l’8 aprile per discussione e sentenza. Moez Akari è ancora in carcere per i fatti di Corinaldo.
Cronaca"La banda dello spray colpì anche a Fabriano"