
Il blitz della squadra mobile di Ancona nella «casa degli orrori» di Jesi
L’input a entrare in casa è stato dato dai poliziotti della squadra mobile che, da alcune telecamere piazzate nell’abitazione, avevano percepito che stavano per compiersi delle violenze contro una delle cinque ospiti.
A fare il blitz ci hanno pensato due agenti, uno del commissariato di Fabriano e uno della Scientifica che, munito di telecamera, ha filmato quello che stava accadendo nell’appartamento di via del Verziere, la casa degli orrori di Jesi, dove pazienti psichiatriche sarebbero state maltrattate e abusate sessualmente da moglie e marito che avevano una sorta di gestione della cohousing.
La coppia jesina, Franco Frantellizzi, 87 anni, e Dina Mogianesi, 79 anni, è a processo davanti al collegio penale presieduto dal giudice Roberto Evangelisti. Il marito è accusato di violenza sessuale aggravata su quattro delle cinque pazienti ospiti e di maltrattamenti in concorso con la moglie su tutte e 5 le inquiline affette da disabilità. Mogianesi ha anche il reato di lesioni per aver ferito ad un orecchio una delle donne che accudiva.
Ieri il procedimento è entrato nel vivo con i primi testimoni. Sono stati sentiti due poliziotti, quelli che il 15 aprile del 2024 avrebbero sorpreso l’87enne durante un rapporto orale con una delle ospiti della casa e che ha portato all’arresto in flagranza dell’imputato (attualmente è ai domiciliari). "Siamo entrati con le chiavi che avevamo – ha riferito il poliziotto del Commissariato di Fabriano – il collega della Scientifica era con me e reggeva la telecamera per filmare. Abbiamo sentito una donna piangere e ci siamo diretti in quella stanza. C’era Frantellizzi con le mani appoggiate sulle spalle della donna, lei era seduta su una sedia, lui in piedi con la cerniera dei pantaloni aperta. La donna aveva la testa nei genitali di lui. Noi lo abbiamo interrotto gli abbiamo urlato ma che stai facendo".
Anche l’altro poliziotto ha confermato che nella camera si stava consumando un rapporto sessuale orale che la telecamera, dotata anche di display, ha ripreso. La polizia aveva piazzato cimici e telecamere in quella casa perché un’altra ospite aveva raccontato al suo psichiatra di punizioni corporali, privazioni di cibo e molestie che si compivano nell’appartamento.
I coniugi sarebbero stati dei volontari che aiutavano a fare la spesa e cucinare qualcosa alle donne, in maniera gratuita, ma sempre dalle testimonianze di ieri, rese da una poliziotta della squadra mobile e dal proprietario di casa, erano moglie e marito a veicolare il denaro lì dentro. Avrebbero ricevuto fino a mille euro al mese, per affitto e spese giornaliere. Prossima udienza il 9 luglio.