La Cassazione revoca il sequestro Clabo

Il presidente dell’azienda e di Confindustria Ancona: "Sono stati cinque mesi difficili, ma ne usciamo a testa alta. Siamo un gruppo solido"

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"Sono stati cinque mesi particolarmente difficili con clienti e fornitori che si insospettiscono, conti correnti bloccati e grande spese sul fronte legale, ma ne siamo usciti a testa alta anche se aspettiamo di leggere ancora le motivazioni della Cassazione". A parlare è Pierluigi Bocchini presidente di Clabo spa (nonché presidente di Confindustria Ancona) società che si è vista annullare da parte della sesta sezione penale della Corte di Cassazione, il sequestro preventivo disposto lo scorso 13 luglio 2022 dal GIP del Tribunale di Ancona con conseguente immediato dissequestro e restituzione delle somme ancora trattenute, pari a 349mila euro. "La Cassazione – spiega Bocchini – ha disposto senza rinvio al competente Tribunale del Riesame con conseguente immediato dissequestro e restituzione delle somme ancora trattenute". Il Tribunale del Riesame di Ancona, con ordinanza del 29 luglio aveva già revocato parte del sequestro originario confermandolo per l’importo di 349mila euro, con riferimento relativo ad un finanziamento intercompany disposto da Clabo Holding Usa verso Clabo ad ottobre del 2018, a titolo oneroso e totalmente rimborsato nel 2021. Il sequestro inizialmente pari a 1,6 milioni era finalizzato alla confisca di quanto veniva ritenuto, dalle autorità inquirenti, profitto asseritamente derivante dal non corretto utilizzo da parte di alcuni amministratori dei fondi rinvenienti da un finanziamento erogato da Simest alla società Clabo Holding Usa. Clabo aveva depositato ricorso alla Suprema Corte il 15 settembre contestando integralmente i reati ipotizzati alla base del provvedimento oltre alla sua legittimità. "Come ho sempre affermato – aggiunge Bocchini -, il provvedimento cautelare era assolutamente privo di ogni fondamento fattuale e giuridico e l’annullamento senza rinvio da parte della Suprema Corte lo conferma. Clabo ha sempre operato in piena trasparenza nell’utilizzo dei fondi relativi ai finanziamenti erogati da Simest. Rimane l’amarezza per le energie, il tempo ed il denaro spesi in 5 mesi per dimostrare quello che oggi viene sancito dalla Cassazione e che sarebbero potuti invece essere meglio utilizzati per lo sviluppo del business e la crescita del Gruppo. Grazie al fatto che siamo un gruppo solido non ci sono state ricadute nemmeno sulla forza lavoro, ma chi fa impresa oggi più che eroe dovrebbe forse essere chiamato incosciente". La società è stata assistita dallo studio legale Belli di Ancona nella persona dell’avvocato Massimiliano Belli.

Sara Ferreri