PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

La Corte d’Appello: "Nessuna centrale termica sul tetto. I rifiuti sono dentro l’area del cantiere"

Così il presidente Catelli: "Due pompe di calore sono state temporaneamente spostate sul terrazzo. Si sono aggiunte tre nuove unità di trattamento dell’aria, obbligatorie per legge e già autorizzate".

Così il presidente Catelli: "Due pompe di calore sono state temporaneamente spostate sul terrazzo. Si sono aggiunte tre nuove unità di trattamento dell’aria, obbligatorie per legge e già autorizzate".

Così il presidente Catelli: "Due pompe di calore sono state temporaneamente spostate sul terrazzo. Si sono aggiunte tre nuove unità di trattamento dell’aria, obbligatorie per legge e già autorizzate".

Materiale sul tetto della Corte d’Appello: dopo l’articolo pubblicato ieri dal Carlino, oggi riportiamo la rettifica di alcuni punti da parte del presidente della Corte, Luigi Catelli: "Non vi è alcuna ‘centrale termica’ istallata ex novo sulla copertura della Corte di Appello – si legge nella richiesta di rettifica – vi si trovano due pompe di calore, che erano presenti sulla copertura ben prima dell’inizio dei lavori, che sono state temporaneamente spostate sulla terrazza del quarto piano per permettere le lavorazioni sulla copertura, per essere, poi, nuovamente ricollocate nelle loro posizioni originarie. Sono state invece aggiunte tre nuove Unità di Trattamento dell’Aria, obbligatorie per legge e tutte debitamente autorizzate, le quali, per definizione, non producono energia termica, ma si occupano di immettere aria pulita all’interno dell’edificio, senza riscaldarla; sono di nuova produzione e sono quindi altamente silenziose, rispettando i limiti previsti dalle leggi in materia. Quanto all’articolo ‘E sulla strada resta invece la ‘discarica’ a cielo aperto’, è necessario far presente che l’accumulo dei rifiuti si trova all’interno del limite dell’area di cantiere, debitamente recintata e non accessibile a nessuno; e che lo smaltimento di tutti i sacchi, contenente materiale inerte, privo di sostanze pericolose, e altro materiale sfuso, verrà fatto entro la fine delle lavorazioni, prevista per gli inizi di febbraio. Lo scorso anno, inoltre, si è già proceduto allo smaltimento del materiale di risulta; dovendosi procedere con le modalità previste dalla legge, affidandosi ad operatori specializzati, l’operazione non può essere fatta con troppa frequenza e dunque necessariamente l’area di cantiere, negli intervalli di svuotamento, rimane parzialmente occupata dai materiali di risulta. Infine, quanta all’articolo ‘Le luci accese anche la notte’, ove in modo malevolo, disinformato e diffamatorio si parla di ‘Spreco di soldi pubblici in un palazzo istituzionale’, va detto che gli Uffici di una Corte di Appello hanno problemi di sicurezza all’evidenza diversi da quelli delle comuni abitazioni, per far fronte ai quali l’accensione delle luci, anche in orario notturno, in talune circostanze non solo è opportuno, ma necessario. In attesa dei doverosi adempimenti previsti dall’art. 8 della L. 47/1948, la invito per il futuro, prima di diffondere notizie inesatte e lesive del prestigio istituzionale che accompagna l’attività di ogni Ufficio pubblico, Corte di Appello compresa, di verificarne la fondatezza; magari interpellando coloro che sono responsabili dell’andamento dell’Ufficio e dello svolgimento dei lavori".