GIUSEPPE POLI
Cronaca

La crisi di Collemarino, negozi chiusi e case sfitte: il rione sempre meno popolare

Sopravvivono poche attività, non c’è più la banca. Il mercato coperto è un gioiello poco sfruttato. Ma il quartiere è nato per offrire tutto: parrocchia, scuole, aree verdi. Il parco degli Ulivi merita attenzione

Negozi che chiudono e case sfitte: il rione sempre meno popolare

Negozi che chiudono e case sfitte: il rione sempre meno popolare

Ancona, 6 luglio 2025 – Collemarino porta la bellezza scritta nel suo nome: un colle che sale dal mare e dalla spiaggia di Palombina fino a impennarsi verso i passaggi sopraelevati della Statale. Da un lato via Ricci con la sua zona artigianale, dall’altra il PalaBrasili e il parco degli Ulivi che segnano il confine con Palombina che comincia da via Ville. In basso la rotatoria con il contestato totem-ripetitore di telefonia mobile che si erge come un moderno obelisco da un cesto di oleandri fioriti. Intorno la campagna, con sguardo sull’Adriatico, sulla spiaggia, sul duomo di Ancona.

Il suo sviluppo risale al 1957, uno dei primi quartieri di Ancona al di fuori del centro abitato, il "Quartiere Cep di Palombina", acronimo che sta per coordinamento di edilizia popolare, un progetto che aveva lo scopo di risolvere il problema della casa, nel Dopoguerra, che in quegli anni ad Ancona era particolarmente grave.

Un quartiere modello, per l’epoca, dotato di parrocchia, scuole, campi sportivi, centro sociale, cinema, mercato coperto, negozi, il tutto riunito in un rione "satellite" che conta oggi circa 4mila abitanti. La salita dalla rotonda, inno alla tecnologia, è un susseguirsi di oleandri e altre piante fiorite che ornano via Leonardo. Il quartiere è tanto popolare, nell’edilizia, quanto grazioso, le scuole si trovano quasi tutte sulla via principale, servita dalle fermate dell’autobus, in alto la piazza-mercato su cui si affaccia la chiesa, il tutto in stile dell’epoca. In alto, sopra allo stadio Sorrentino, le nuove lottizzazioni, quelle più signorili, ultimate pochi anni fa. Lo stadio, da una parte, e il PalaBrasili, dall’altra, sono i gioielli sportivi di un quartiere da sempre cuore pulsante di anconetanità. Che oggi, però, meriterebbe maggiore attenzione.

Basta fare un giro in auto per il dedalo di vie del rione per imbattersi nella vegetazione fuori controllo, erbacce e arbusti che crescono nelle aiuole a un’altezza talvolta superiore ai mezzi parcheggiati nei dintorni, ma lo stesso vale per molte aree probabilmente private e non curate. Al verde fuori controllo fa eccezione del parco degli Ulivi, il più frequentato dalle famiglie di Collemarino con bambini piccoli e dagli anziani alla vana ricerca di un po’ di frescura.

La manutenzione di strade, marciapiedi e aree verdi, però, non è l’unico problema che vive questo quartiere che sembra sempre più un dormitorio: non c’è più la banca, sotto al nome dell’istituto di credito che campeggia un po’ pomposo a due passi dalla chiesa c’è rimasto solo uno sportello Atm per prelevare, non c’è più la farmacia. Tanti negozi hanno chiuso, nelle aree intorno alla piazza come all’interno del mercato coperto, un gioiello oggi poco sfruttato e ricordo di un progetto di quasi settant’anni fa che intendeva servire Collemarino nel migliore dei modi.

Tanti i locali sfitti al piano terra, sopravvivono i due bar, i piccoli supermercati, i pochi negozi di alimentari al mercato coperto, qualche attività, cartoleria, ferramenta, poco distante un’edicola. Il tempo che passa ridisegna le priorità di una società in mutamento e Collemarino non è esente dal cambiamento e dalla crisi. In giro soprattutto anziani e gente in cerca di una bibita fresca, o di un aperitivo. Il Sorrentino è più che vivo che mai, c’è il torneo degli ultras dell’Ancona che girano per il quartiere alla ricerca di viveri. C’è chi scende per via Leonardo con i bambini e i contenitori frigo per bevande e cibo, perché con il caldo di questi giorni a casa non si resiste: molto meglio una giornata al mare. Ma residenti e commercianti denunciano una situazione che non va e che richiede un intervento urgente.