La droga dello stupro sequestrata era per festini a luci rosse nelle case

Scenario tutto nuovo dietro al blitz della polizia che ha portato all’arresto di un noto commerciante: le 12mila dosi non erano destinate allo sballo nei club ma a consumatori consapevoli per notti hard

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di Marina Verdenelli

Non era destinata al popolo delle discoteche, per spruzzarla nel bicchiere di qualche ragazza inconsapevole con lo scopo di approcciarla più facilmente e farci sesso, ma in festini casalinghi a base di sesso e alcol, con un uso consapevole. C’è una Ancona nascosta e perversa dietro l’arresto per la droga dello stupro messo a segno dalla Squadra mobile venerdì, quello che ha portato in manette un noto commerciante anconetano di 46 anni. L’uomo si sarebbe fatto spedire dal nord Europa 10 litri di gbl, gamma-butirrolattone, sostanza insapore e incolore capace di togliere tutti i freni inibitori agevolando il reato di stupro quando chi la assume non ne è messo a conoscenza. Ad Ancona però i 10 flaconi, che sarebbero diventate 12mila dosi vendute 3 euro l’una, sarebbero finiti in un mercato di richieste specifiche per fare orge di gruppo e sconfinare ogni limite hard. Ne avrebbero fatto uso donne e anche uomini per nuovi orientamenti sessuali che in uno stato lucido non oserebbero mai provare.

La polizia si è trovata davanti ad uno scenario fino ad oggi oscuro, mai emerso. L’allerta è partita dall’aeroporto di Fiumicino, a Roma, dove la polizia di frontiere era impegnata ad intercettare pacchi sospetti dopo gli arresti scattati a livello nazionale sulla droga dello stupro e che hanno coinvolto, nei giorni scorsi, anche la sorella dell’attrice Ornella Muti, Claudia Rivelli. Un pacco arrivato era pronto per raggiungere Ancona, la sede di smistamento di un corriere espresso grande che è risultato completamente estraneo ai fatti. Il mittente era anonimo ma c’era il nome del destinatario, colui che sarebbe andato a ritirarlo. Così la Squadra mobile, diretta da Carlo Pinto, ha pensato di travestirsi da dipendenti del centro di smistamento, indossando le divise identificative e aspettando che il destinatario si presentasse a prendere il pacco. Mentre un’auto civetta sorvegliava l’abitazione del 46enne, vedendolo uscire e dirigersi proprio al deposito dei ritiri, i poliziotti si mettevano dietro al bancone, pronti ad accoglierlo. Così una volta arrivato con il documento di identità e preso proprio quel pacco gli agenti sono usciti allo scoperto con le loro vere generalità e hanno controllato cosa c’era dentro. Lo scatolone aveva 10 litri di gbl, una droga sintetica, ecstasy liquida, con effetti sedativi, e inserita (in Italia) nella tabella degli psicofarmaci benzodiazepine e quindi tra le sostanze stupefacenti e psicotrope poste sotto controllo internazionale e nazionale e collegate al sistema sanzionatorio per usi illeciti. Droghe anche dannose per l’organismo visto che contengono sostanze utilizzate per fare solventi e vernici. Stando agli inquirenti l’arrestato avrebbe partecipato a questi festini dove avrebbe venduto la droga dello stupro ad adulti consapevoli, non come drink spiking (come si fa solitamente in discoteca, all’insaputa di chi beve). Come? Direttamente in una siringa senza ago, come quelle trovate nella sua abitazione, al momento della perquisizione, con il quantitativo giusto (perché se si superano i millilitri massimi si può finire in coma) pronto per essere sciolto in un cocktail. Con un litro di gbl l’arrestato avrebbe fatto mille dosi guadagnando 3mila euro. Il carico avrebbe fruttato circa 40mila euro. Che la droga per lo stupro non era destinata alle discoteche a vittime inconsapevoli emerge dalla mancanza di denunce pervenute alla polizia in questo senso. Gli agenti che monitorano anche questi ambienti si sarebbero accorti. Il 46enne, un insospettabile, è senza precedenti, non è sposato e non ha figli. Quando è stato arrestato non ha proferito parola.