La favola di Mirella: il primo disco a 88 anni "Dalla profezia di Morandi alla Bertè in casa"

Il racconto della signora Carletti è da romanzo tra contratti rifiutati, incontri casuali e un grandissimo talento nello scrivere canzoni "Oggi non ho più la voce per cui in questo esordio discografico i miei brani saranno cantati e suonati da altri. Ma non ho rimpianti"

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di Raimondo Montesi

Chissà se qualche talent show prenderebbe l’anconetana Mirella Carletti, autrice di canzoni al debutto con il suo primo album? Dite di sì? Però c’è un particolare: Mirella Carletti ha 88 anni. Proprio così, è una specie di Andrea Camilleri al femminile, anche se il paragone è un po’ ardito. Ma non pensiate che il talento le manchi. Il suo primo brano, ‘Il campanile del duomo’, l’ha scritto a 16 anni, e sta nel disco, ‘Ancona bella’. Lo si potrà ascoltare alla Festa de ‘NiArchi dell’associazione Arcopolis (4 giugno). Per chi volesse prenotarlo: 3208640037.

La storia della signora Carletti è da romanzo. Dove cominciare? Forse da un viaggio a Milano. "Io credo nel destino – dice – Sono convinta che quando si viene al mondo ognuno ha un percorso da seguire. A volte è come se fossi radiocomandata. A Milano mi diressi verso la Galleria del Corso, e qui andai dritta a un portone, come spinta da qualcuno. Dopo vari tentativi, un editore scelse cinque canzoni, dicendo che mi avrebbe fatto sapere. Mi richiamò, per la firma del contratto. Solo che, tornata a Milano, mi disse che voleva comprare le canzoni, ma senza il mio nome. Mi avrebbero dato molti soldi. Io non accettai. Lui disse: peggio per lei, le canzoni posso anche rubargliele. Lei è una sconosciuta. Avrei potuto stare zitta, invece dissi la verità: le canzoni le avevo già registrate alla Siae. Lui andò in un’altra stanza, credo per verificare. Tornò e disse: allora, amici come prima. Io ne fui disgustata. Persi la fiducia".

Qui si interrompe la prima fase della storia. Niente contratti, niente dischi, niente successo. Ma molte altre canzoni, questo sì. "Mi venivano canticchiando. Da bambina ero nel coro di Santa Maria della Piazza. L’organista mi diceva che avevo orecchio, ma avevo anche le dita troppo corte per suonare il piano. Le canzoni mi venivano così, musica e parole insieme, come se me le dettassero. Il maestro Inda mi diceva: sei brava, continua. Poi conobbi il maestro Quinto Curzi, un fenomeno. Io gli portavo la melodia e lui ci metteva accordi, abbellimenti... Neanche provavamo. Mai vista una cosa del genere. Un giorno mi disse che aveva il pianoforte scordato e mi chiese se poteva venire da me con un signore e due giovani cantanti, che lui voleva sentire. Non ricordo chi era. Le due ragazze invece sì: Mia Martini e Loredana Berté. Gli andò bene. Si può dire che la loro carriera iniziò a casa mia".

Fine della seconda parte. Ed ecco la ‘sliding door’ decisiva. "Io vado sempre a guardare il tramonto dal duomo. Una sera però andai a Capodimonte. Qui vidi un uomo e una donna che, ascoltando la radio, ballavano. Gli dissi: come siete bravi. Iniziammo a parlare, e venne fuori che scrivevo canzoni. Lui mi chiese se poteva venire a casa mia a sentirle. Era Silvio Boldrini, presidente di Arcopolis. La donna era sua moglie Michela. ‘Sono tanto belle’, mi disse. E aggiunse: ‘Ci penso io’. Infatti è stato lui a trovare la cantante che interpreta i miei brani, Camilla Mancini. Io non ho più la voce". Trovata anche una band, il disco ha visto la luce. Troppo tardi? La signora non ha rimpianti. "Mi sarebbe piaciuto avere successo, ma il mio destino era un altro. Mi sono sempre accontentata di quello che ho avuto. I soldi non fanno la felicità. Mi basta guardare il cielo e ringraziare Dio per ogni giorno che mi concede". E magari per gli incontri fatti. Un giorno, da ragazza, la signora era dietro il bancone del Goldoni, dove dava una mano come barista. Nel teatro si esibiva, tra gli altri, un giovane cantante. Quando lui andò al bancone lei gli disse: "La sua canzone è bellissima. Lei diventerà famoso, e guadagnerà tantissimi soldi". La canzone era ‘In ginocchio da te’. Lui era Gianni Morandi.

(Foto per gentile concessione di Ancona Today)