
I pescatori anconetani fanno un video in cui spiegano le loro ragioni: "Noi non siamo distruttori, se ci sono stati problemi non è per colpa nostra".
Mancano 15 giorni alla riapertura della pesca del mosciolo e al momento non si hanno notizie se questa sarà sospesa per il 2025, se ci sarà dal MASAF (Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare e delle foreste) l’affermazione dello stato di calamità naturale, se ci saranno i ristori per i pescatori del settore. Interrogativi che hanno portato i mosciolinari a pubblicare un video sull’argomento che via Facebook sta affermandosi tra i più visti dagli anconetani. Nel video, realizzato da Angelica Palumbo, portavoce dei pescatori di moscioli e da Loris Forasterieri della Servizi Pesca, due tra i pescatori più noti dell’anconetano Massimo Mengarelli della Cooperativa pescatori di Portonovo con 50 anni di lavoro sott’acqua e Mauro Marconi con 36 anni di attività da palombaro, parlano di moscioli e di cosa si prospetta all’orizzonte.
"Aspettavamo una decisione sia dalla Regione che dal Ministero. Se non ci sarà il blocco della pesca e i conseguenti ristori noi il 15 giugno iniziamo la pesca". La pesca del mosciolo selvatico si apre da anni il 15 maggio e il posticipo dell’apertura al 15 giugno è stato chiesto proprio dall’Assemblea dei mosciolinari di Ancona e Portonovo: "Non solo per motivi biologici, ma soprattutto per concedere alla Regione il tempo di fornire risposte concrete in merito alla situazione". Mengarelli spiega poi le motivazioni che hanno indotto i pescatori a chiedere il rinvio: "Dare la possibilità a tutte le autorità competenti di dimostrare la loro buona volontà e di darci possibilità dei ristori. Se non ci saranno, noi torneremo in mare". I pescatori evidenziano poi le criticità che stanno vivendo le 31 imprese di pesca, causate dalla scarsità di prodotto: "Serve un aiuto per queste imprese che sono veramente in difficoltà e vivono di questa pesca".
Nel video vengono anche trattate le criticità vissute lo scorso anno dal mitilo legate ai cambiamenti climatici, alle mucillaggini, alla mancanza di mareggiate che non hanno apportano come ha sottolineato Mengarelli: "La giusta dose di ossigeno. Sugli scogli oggi vi è tanto seme. Dove noi abbiamo pescato lo scorso anno qualcosa è rimasto. Dove non lo abbiamo fatto sono morti tutti". I pescatori chiariscono che se il mosciolo è scomparso non è per via della loro pesca: "Nel passato - spiega Marconi vi erano 141 imprese del settore ma i moscioli non sono scomparsi. Non siamo i distruttori del mare e vorremmo farlo comprendere alle persone. Speriamo che le risposte arrivino entro i prossimi giorni. Se non ci sarà niente di scritto noi torniamo in mare". Va ricordato che la crisi del mosciolo selvatico, sollevata da Slow Food Ancona e Conero già nell’anno 2023, ha raggiunto un livello ancora più elevato lo scorso anno quando la pesca fu sospesa anzitempo proprio per la mancanza di prodotto. Dal 2024, poi, esiste un Tavolo tecnico di consultazione e studio voluto dal sindaco Daniele Silvetti, di cui fanno parte associazioni, Università Politecnica, CNR, Istituto Zooprofilattico, Capitaneria di Porto, Slow Food, pescatori.
Membri che dall’inizio di quest’anno chiedono di sospendere per il 2025 la pesca del mosciolo per consentire ai pochi superstiti di potersi rafforzare e agli enti scientifici di proseguire lo studio sulle cause della crisi che il mitilo sia selvatico che di allevamento stanno vivendo. Sulla richiesta di rinvio dell’avvio della pesca si è espressa favorevolmente la Consulta regionale della Pesca, convocata dall’Assessore regionale Antonini che in quell’occasione ha comunicato anche la richiesta inviata dalla Regione Marche al MASAF al fine di veder concesso lo stato di calamità naturale. Un passo obbligato, questo, per poter sperare su ristori per i pescatori costretti, in caso di sospensione della pesca per la stagione 2025, a fermarsi un anno.