CLAUDIO DESIDERI
Cronaca

La mappa in città. Monumentali e secolari, gli alberi più preziosi del nostro tesoro verde

Il Pungitopo presenterà i risultati di questo studio sabato a Vallemiano. Alcuni sono inseriti nell’elenco delle piante più importanti d’Italia.

Il maestoso platano di via Veneto

Il maestoso platano di via Veneto

Le nostre città crescono a dismisura. Si stima che entro il 2050 due terzi della popolazione mondiale vivrà in aree urbane. La sfida che appare in questo quadro più attuale è quella legata alla sostenibilità e a creare un sempre maggior numero di spazi verdi urbani. Gli alberi oltre ad assorbire il carbonio contribuiscono ad alleviare gli effetti del cambiamento climatico riducendo le isole di calore causate dal cemento. La loro presenza sarà sempre più indispensabile per la vita dell’uomo che vive in città. Più che attuale, quindi, il lavoro che il Circolo Il Pungitopo di Ancona ha avviato nel 2021, uno studio di conoscenza, valorizzazione e tutela dei grandi alberi cittadini. Alberi secolari presenti nel tessuto urbano e circostante, veri e propri monumenti della natura e di incredibile bellezza. I risultati di questo progetto saranno presentati ad Ancona sabato alle 18 alla Casa Culture in via Vallemiano 46: "Il tesoro verde di Ancona". Nel corso dell’incontro saranno presentate le foto, le storie, i link attraverso i quali sarà possibile conoscere la posizione esatta di questi grandi alberi per poterli conoscere ed ammirare da vicino.

Di questi alberi alcuni sono inseriti nell’Elenco nazionale degli alberi monumentali (6 e tutti nel Parco del Conero) mentre gli altri nel Registro regionale delle formazioni monumentali. Sono di grandi dimensioni e ultra centenari. I 6 del Parco del Conero sono il gelso bianco a Vallemiano accanto alle demolizioni auto, due gelsi bianchi in una corte privata di Angeli di Varano, le due roverelle del Poggio, una a fianco della pista ciclabile e l’altra sopra il parcheggio a Monte di Portonovo (la foto di questo albero è stata inserita nel calendario 2025 del Ministero dell’Agricoltura dedicato agli alberi monumentali del Paese), il gelso bianco sulla strada degli Angeli. Sotto quest’ultimo è avvenuto il passaggio dell’esercito Piemontese diretto a Castelfidardo dove il 18 settembre del 1860 si svolse la famosa battaglia che portò le Marche a far parte del Regno d’Italia. Tutti questi alberi hanno assistito al trascorrere del tempo e delle vicende umane. Testimoni silenziosi del nostro vivere quotidiano, monumentali, secolari o semplicemente belli come il cedro di piazza Cavour accanto al bar delle Fontane o il pino davanti allo Stadio Bar che compare ancora giovane nelle foto dell’allora Corso Tripoli, il gelso bianco di via Scrima, la cui chioma occupa tutto lo spazio del piccolo parco, la roverella del parco Fiorani a Posatora, i cipressi del cimitero delle Tavernelle e il bellissimo di Villa Beer, il cipresso maestoso accanto alla tomba di Valeriano Trubbiani nel cimitero di Candia e i cipressi del cimitero di Posatora accanto alle tombe di persone morte per una epidemia di metà ’800, il platano di villa Novelli in via Veneto, che ha letteralmente mangiato il muro di cinta e la bellissima roverella lungo la strada tra Aspio e Montesicuro.

In città uno dei luoghi con il maggior numero di piante dalle grandi dimensioni e di rara bellezza è l’ex Crass in via Cristoforo Colombo. Un sito che per la sua ubicazione naturale è ricchissimo di acqua, la fonte primaria per gli alberi. Questo idroclima fa sì che si possa avere una delle magnolie più grandi del territorio ma anche un ippocastano, un tasso ed un gelso risalenti ai primi anni del ’900. Quante cose potrebbero raccontare questi alberi. Non possono farlo ma sono comunque capaci di donarci grandi emozioni. Per questo vanno ammirati ma soprattutto curati e protetti per la nostra gioia e per il nostro benessere.