La Meloni: "Ottimista, ma non è ancora finita"

La leader di Fdi all’ex Tubimar insieme al candidato del centrodestra Acquaroli "Se martedì dovessimo avere ragione noi, la battaglia sarà soltanto agli inizi"

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di Annalisa Appignanesi

"Sono ottimista, sono una persona molto scaramantica, abituata a combattere prima di dichiarare vittoria, combatteremo e faremo la nostra parte fino alla fine. La strada è ancora lunga, la campagna elettorale sembra chiusa ma dalle mie parti si chiude quando chiudono i seggi dunque lunedì". Sono le parole di Giorgia Meloni, in occasione dell’incontro con i giornalisti al termine del sopralluogo alla ex Tubimar al porto di Ancona, devastata nella notte di martedì da un vasto incendio. La leader nazionale di Fratelli d’Italia, affiancata dal candidato governatore di centrodestra ha chiuso il cerchio della campagna elettorale, partita sotto l’Arco di Traiano il 25 giugno scorso, e chiusa al SeePort Hotel proprio a due passi dall’area portuale dove è avvenuto l’incendio e dove hanno incontrato il presidente dell’Autorità Portuale Rodolfo Giampieri, gli imprenditori e i vigili del fuoco, ancora impegnati nella bonifica dell’area. Il partito ha sospeso la manifestazione pubblica per la chiusura della campagna elettorale prevista in piazza Cavour in segno di rispetto per la città. "Quanti e quali debbano essere gli assessori si valuta sulla base del consenso dei cittadini che è il modo per misurare il merito dei partiti e chiaramente prendendo le persone migliori che hai su determinati ambiti: per noi martedì nel caso in cui Acquaroli dovesse vincere non è che finisce una battaglia, ma inizia".

Entrando nel vivo della questione elettorale, la Meloni ha spiegato che la sfida del centrodestra non si limita ad un orizzonte quinquennale, perché trascorsi i 5 anni "abbiamo l’obiettivo di essere riconfermati" per questo è importante piazzare in giunta gli elementi migliori "senza stare a fare le bandierine che non aiutano quando si deve governare". Parlando del candidato governatore ha sottolineato le doti di Acquaroli, la cui candidatura ha difeso strenuamente fin dall’inizio e lo ha definito "la persona giusta per governare le Marche: sono molto fiera della scelta che abbiamo fatto e del fatto che poi sia stata condivisa dagli alleati e credo che in questa campagna elettorale anche gli alleati abbiano imparato ancora di più ad apprezzare i suoi modi, la sua competenza la sua serietà".

Ma la campagna elettorale non si chiude qua per la Meloni che spiega: "dalle mie parti si chiude quando chiudono i seggi" in ogni caso a pochi giorni dal voto si dichiara "ottimista". Parlando del suo partito che continua a crescere "rosicchiando" consensi agli alleati della Lega, ha chiarito "possiamo crescere insieme perché siamo partiti compatibili ma diversi e ciascuno deve investire sul proprio valore aggiunto, sulla propria specificità" e ha aggiunto "la mia corsa non è sulla Lega ma sui Cinque stelle, sul Pd, è sugli avversari, sull’astensionismo". Affrontando i temi prioritari per la regione, ha sottolineato come le Marche siano "una regione crocevia, con potenzialità enormi, ma che rimane completamente isolata" per questo il centrodestra punta a costruire uno sviluppo sul versante adriatico che unisca Marche, Abruzzo e Puglia per rilanciare queste aree. Francesco Acquaroli, sollecitato dai giornalisti, ha posto in pole position fra i temi da affrontare nei primi 100 giorni del suo mandato, in caso di elezione, post sisma, infrastrutture, sanità e lavoro "dall’inizio le nostre 4 priorità", anche se non ha nascosto che "le cose da fare sono tante". Parlando di quanto accaduto al porto ha evidenziato che si tratta di un dramma che avendo toccato il capoluogo "ha toccato tutta la comunità marchigiana".