"La mia foto ora è virale"

Lo scatto di Arianna ha fatto il giro d’Italia: "Nessuno mi cita"

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di Nicolò Moricci

La sua foto ha fatto il giro d’Italia. Uno scatto in piena notte mentre il fumo incombe sul centro, travolgendo mare e cielo. Ancona è in prima pagina sui più autorevoli giornali italiani. E il suo scatto è lì, a testimoniare un fatto senza precedenti: un incendio che devasta alcune zone del porto dorico. È l’1 di notte, la città è nel panico, un tam tam cittadino di video e foto. Peccato che qualcuno, sul web, non citi l’autrice di quegli scatti. Chi ha fatto click sulla fotocamera è la civitanovese Arianna Moroni, calciatrice per passione, fotografa per scelta, ormai adottata da Ancona.

Arianna, orgogliosa della foto o dispiaciuta per non essere stata citata?

"Stupita. Non mi aspettavo questo impatto mediatico. Dispiace che qualcuno non mi abbia citato, ma sono felice che il mio scatto sia stato apprezzato e condiviso".

Tg1, Corriere della Sera, Matteo Salvini e Nicola Zingaretti hanno usato la sua foto senza citarla. Sicura di esserne contenta?

"La mia foto è stata ripostata anche dal sindaco Valeria Mancinelli, Repubblica e Grazia. È vero, non mi hanno citato, ma molta gente, poi, si è schierata dalla mia parte, per i miei diritti, taggandomi sul web. Quindi, il mio nome è circolato ugualmente".

Però, lei non ha messo i crediti sulla foto: lo rifarebbe?

"Sì, i crediti non servono: se sei un bravo fotografo, la gente riconosce i tuoi scatti. E ieri è successo questo".

Dia un titolo al suo scatto.

"Non sono brava a parole, mi prende in contropiede. Direi: ‘L’una di notte’".

Luna o l’una?

"Entrambe, era l’una. E la luna era coperta dal fumo".

Racconti la storia di quella foto... "Ero tornata a casa dall’allenamento di calcio, al Dorico. Il tempo di una doccia, di mettermi il pigiama e sarei andata a letto. Ma d’un tratto il cellulare impazzisce: messaggi che parlano di un incendio, video di sirene e grida. Così, in pigiama, scendo di casa, salgo in macchina e mi precipito a Capodimonte. Lì la visuale sarebbe stata perfetta. C’erano centinaia di persone. Nasce là quello scatto, ma ne ho fatti anche altri".

Prosegua…

"Volevo immortalare quel momento dal porto turistico, ma era inaccessibile. Così, parcheggio l’auto in via Marconi e vado a Porta Pia. Una scena apocalittica: i pescherecci rientravano in porto e le fiamme divampavano dietro di loro. Quando salgo al Duomo, la situazione era sotto controllo. Quindi, torno a casa, post produco le foto e le pubblico sui social".

Ha avuto paura?

"Lei, da giornalista, lo sa meglio di me: il nostro lavoro non permette di avere paura. In quegli istanti pensi solo ad osservare e documentare un evento tragico, ma unico. Ero carica di adrenalina, ma percepivo il terrore negli occhi della gente. Pensavo esplodesse il distributore di metano".

Poi, la quiete dopo la tempesta… "Sì, la mattina seguente mi sveglio e trovo più di 500 messaggi sul cellulare, perché la mia foto era ovunque".

Ha studiato grafica e frequentato l’Accademia jesina Comics. Qual è il suo sogno?

"Avere uno studio mio, ad Ancona, la città che mi ha adottato e di cui amo il mare".