"La nostra Ilaria uccisa, le leggi sono blande"

La famiglia della donna trovata morta in casa continua a chiedere giustizia. Intanto il giudice convalida l’arresto del marito Tarik

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Le due sorelline sono rimaste senza la mamma. Il papà non potrà esserci per loro e la comunità intera si interroga su cosa ne sarà di loro, se potranno vivere il resto della loro infanzia, almeno, protette, felici. Ieri mattina il sindaco di Osimo Simone Pugnaloni ha incontrato il fratello di Ilaria Maiorano, la 41enne uccisa a botte in casa sulla Montefanese a Padiglione di Osimo esattamente una settimana fa. Il marito, Tarik El Ghaddassi, 42 anni, era in stato di fermo per omicidio volontario aggravato fino a ieri quando l’arresto è stato convalidato. L’uomo resta in carcere.

Il fratello di Ilaria, Daniele, e la madre Silvana sono stati ricevuti in Municipio dai Servizi sociali. Al centro dell’incontro c’è proprio la possibilità di essere tenuti aggiornati costantemente sull’evolversi della situazione che riguarda le figlie dei due, cinque e otto anni, e su come muoversi dal punto di vista legale per poterle vedere prima possibile. "E’ stato anche l’occasione per ribadire l’impegno da parte dell’amministrazione comunale di sollecitare le autorità preposte a fare di più per i diritti delle donne e per il sostegno alle famiglie più fragili", ha detto il primo cittadino. La famiglia Maiorano ha voluto rilanciare un proprio appello: "Ci spiace che la tragedia di Ilaria possa aver sollevato polemiche politiche, la nostra accusa di averla lasciata sola non era rivolta direttamente al Comune di Osimo né tantomeno alle assistenti sociali, semmai alle leggi dello Stato che dovrebbero consentire azioni più incisive e tradursi in conseguenze e pene certe. Il nostro appello è alle forze dell’ordine e soprattutto alle autorità giudiziarie affinché si faccia prima possibile chiarezza e giustizia su quanto accaduto e si lavori costantemente a livello nazionale per evitare il ripetersi di altri episodi così drammatici".

Il fratello continua, imperterrito, a chiedere giustizia, per Ilaria e per tutte le altre donne come lei: "E’ morta massacrata di botte e poteva andare addirittura peggio, potevano morire anche le figlie". La fiaccolata di domenica scorsa promossa dal sindaco, ex compagno di scuola della vittima alle elementari, è stata organizzata oltre che per ricordare Ilaria, la cui famiglia da parte di madre è originaria di Introdacqua a L’Aquila, è stata un’occasione per una riflessione e per ribadire il no a qualsiasi forma di violenza sulle donne che nella maggior parte dei casi si verifica proprio tra le mura domestiche.

si.sa.