
Ancora morte, dolore e rabbia nella Striscia di Gaza: la Politecnica prende. posizione
L’Università Politecnica delle Marche (Univpm) ha condiviso "con tutta la comunità accademica l’appello relativo al genocidio di Gaza, che ha già raccolto centinaia di firme confermando la piena opposizione a tutte le guerre e la necessità di insistere sui diritti umani". Lo fa sapere l’ateneo marchigiano, che sul piano concreto si è attivato istituendo una commissione ad hoc che revisioni i progetti di ricerca cosiddetti ‘dual use’, cioè quelle tecnologie che potrebbero essere utilizzate anche per scopi militari.
"Il nostro ateneo è e deve essere un presidio di pensiero critico, solidarietà e responsabilità sociale – sottolinea Gian Luca Gregori, rettore dell’Univpm – Di fronte alla sofferenza e alla devastazione che colpiscono intere comunità, non possiamo restare indifferenti". L’auspicio dell’Univpm, spiega una nota, "riguardo gli eventi drammatici che hanno colpito la popolazione civile di Gaza", è che si attivi "un’iniziativa politica internazionale per una risoluzione rapida e duratura del conflitto".
Nel corso del 2024, l’ateneo ha rafforzato una serie di iniziative a sostegno della popolazione studentesca colpita dalla crisi. Dall’appello con la Crui all’adesione al consorzio Unimed (Mediterranean Universities Union) di cui fanno parte le università palestinesi e mettendo a disposizione il Fondo Carlo Urbani anche per studentesse e studenti palestinesi, con contributi economici, assistenza psicologica e mediazione culturale. A maggio, infine, è stato approvato un progetto, coordinato dall’università di Perugia, che prevede due borse di dottorato di ricerca e la mobilità di studenti e studentesse palestinesi.
Nel mese di giugno è stato inoltre diffuso sui social di Ateneo il video autoprodotto da un nutrito gruppo di personale docente, di ricerca e amministrativo, assieme alla comunità studentesca, in occasione della giornata del 9 maggio “Last Days of Gaza”, per riaffermare con convinzione che "l’indifferenza è la via più rapida verso la perdita di umanità".