La Pornostalgia di Willie Peyote: "Ho sempre vissuto per la musica"

Il cantautore indie si racconta: "Mai pensato a un piano B su ciò che avrei fatto. Finalmente tra la gente"

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Willie Peyote, una delle figure più interessanti e innovative della scena Indie italiana contemporanea, in concerto stasera (ore 23) a Cupramontana per la Sagra dell’Uva.

Willie Peyote, a Cupramontana sarà in piazza, a che pubblico si rivolge?

"Sarà un concerto tra la gente e rivolto alla gente. Io cerco il più possibile di arrivare a tutti, poi è vero che non è musica accessibilissima sia come genere che come trattazione di scrittura". Quando ha capito che la musica sarebbe stata al centro della sua vita?

"Ho sempre pensato che la musica sarebbe stata al centro della mia vita. Per fortuna la musica ha fatto parte della mia vita anche quando non ero io a farla. Vengo da una famiglia di musicisti, mio padre suonava in giro quando era adolescente. Ho sempre avuto la musica dentro la mia vita, ho sempre pensato che avrei fatto questo. Non mi sono mai concesso un piano B". Perché il suo ultimo disco "Pornostalgia"? A cosa si è ispirato?

"È ispirato alla sensazione che ho visto in me e ho anche letto da diversi studi che si è respirata un po’ in tutti durante il lockdown quando, bloccandosi tutto, e non potendo più guardare al futuro ci siamo tutti trovati a guardarci alle spalle. Ad andare a riprendere vecchi libri, vecchi film e dischi. In qualche modo c’era questa forma nostalgica che però non era solo rassicurante come la nostalgia, ma ci provocava una forma di eccitazione. Da qui la crasi ‘pornostalgia’ perché in qualche modo talvolta quando abbiamo paura del futuro ci nascondiamo nel passato e il passato riesce a darci una forma di sensazione che ci riempie, quasi pornografica, non nel senso sessuale del termine ma di eccitazione".

I suoi testi si sono sempre caratterizzati per una forte critica sociale. C’è sempre stata anche tanta rabbia. Che messaggio vuole lanciare in questo momento così particolare per il Paese?

"Di fare sempre un passo oltre le nostre convinzioni di cercare risposte che non siano la prima che ci viene in mente e di non continuare a parlarci addosso e parlare solo con persone che la pensano come noi. Il messaggio importante oggi deve essere quello di reimparare il confronto con idee che son diverse dalle nostre e questo non vuole dire cambiare idea ma solo essere in grado di confrontarci e sviluppare empatia. Oggi il sentimento che potrebbe salvare il mondo è la capacità di mettersi nei panni dell’altro".

Sara Ferreri