La prefettura scandaglia la provincia e trova altri dieci posti per i profughi

In totale in due giorni sono stati reperiti 22 spazi per le persone costrette a bivaccare davanti alla Questura

Migration

Il caso dei migranti pakistani accampati davanti alla questura continua a tenere banco col passare dei giorni.

La prefettura ha reperito altri 10 posti per l’accoglienza in vista della richiesta d’asilo. Sbrigate le pratiche in questura una parte degli stranieri che da giorni stazionano in via Gervasoni ha ricevuto il via libera a un posto letto in appartamenti che si trovano in provincia di Ancona.

Dopo i 12 garantiti giovedì al termine di una serie di riunioni operative nella sede del palazzo del governo, ieri la prefettura dorica ha annunciato di aver trovato altri dieci posti dedicati proprio all’emergenza del momento. Una ricerca che continua in tutto il territorio della provincia, anche se le altre emergenze migratorie, dai profughi ucraini a quelli afghani, passando per la ripresa dell’emergenza sbarchi nel Mediterraneo, continuano a manifestarsi.

Il numero delle persone presenti davanti alla questura va aggiornato, anche se in calo. Le autorità stanno cercando di capire se si tratti delle stesse persone o se, nel corso dei giorni, altri connazionali o corregionali (bengalesi, afghani ecc.) si siano uniti al gruppo. È bene ricordare che i pakistani di cui si sta parlando in questi giorni non sono arrivati ad Ancona attraverso il porto, nascosti dentro navi e tir, ma da una rotta molto più complicata.

Dalla Turchia il passaggio in Grecia e poi il lungo e accidentato percorso attraverso la cosiddetta ‘rotta balcanica’ fino a Trieste e l’ingresso in Italia.

Sarebbe importante capire se i migranti, specie nel passaggio in Grecia, siano stati controllati dalle autorità nell’ottica del regolamento di Dublino sulla richiesta d’asilo.

C’è un altro aspetto importante, ossia capire chi e cosa li hanno spinti a raggiungere il capoluogo marchigiano invece di fermarsi subito a Trieste o comunque nei centri del Triveneto. I pakistani si sono mossi in gruppo e assieme sono arrivati ad Ancona dopo centinaia di chilometri con l’obiettivo di arrivare esattamente qui e avviare le pratiche. Non è da escludere che sul nostro territorio ci siano diversi connazionali che potrebbero svolgere un ruolo di base logistica importante per loro; per non dimenticare la possibilità di trovare una sistemazione, magari in accoglienza, e poi cercare un lavoro, con la prospettiva possibile di un posto nel grande cantiere navale. Sta di fatto che i posti per l’accoglienza nei centri gestiti dalla prefettura dorica, Cas, e dall’amministrazione comunale, Sai (ex Sprar), scarseggiano.

p.cu.