"La vera partita è contro il cancro, il calcio è piccolo davanti al mostro"

L’allenatore della Juventus Max Allegri ieri ha participato all’incontro della Politecnica organizzato dalla prof Berardi

Migration

Dall’essere gruppo all’essere squadra, no all’uomo solo al comando, la gestione della sconfitta, i corretti stili di vita e i tempi supplementari, nel calcio come nella vita.

Parole e concetti di uno degli allenatori italiani più vincenti, Massimiliano Allegri, docente per un giorno dopo l’invito da parte dell’Università Politecnica delle Marche e, in particolare, della professoressa Rossana Berardi, ordinaria della UnivPm e direttrice della clinica di Oncologia di Torrette, oltre che dall’Aiom.

Un evento online sulla pagina Facebook ‘Come curare il cancro’, 90 minuti di approfondimento del tema ‘Team working e comunicazione delle vittorie e delle sconfitte’. Il tecnico della Juventus, ai box come tutto il calcio italiano a causa della mancata presenza della Nazionale ai Campionati del Mondo in Qatar, ha declinato la sua realtà professionale a quella della cura e della ricerca sul cancro.

"La vera partita da vincere è quella contro il cancro – ha sottolineato Allegri, già testimonial Aiom –, il calcio e tutto ciò che rappresenta è nulla rispetto a quanto fanno i medici di oncologia, ci sentiamo tutti molto piccoli davanti alla vostra grandezza".

Il concetto di squadra, nello sport come in medicina, torna sempre: "Comunicazione e aspetti psicologici sono determinanti anche nel calcio – ha aggiunto Allegri che non ha in alcun modo sfiorato i problemi societari della Juventus –. Io come lei professoressa Berardi, gestisco un team e dentro ci sono tutti, fino ai magazzinieri. La mia politica è stare un passo indietro a tutti, ascoltare e non imporre il mio pensiero sugli altri senza avere piena cognizione. Coinvolgendo gli altri si ottiene di più e il dialogo diventa il segreto".

Il dialogo a distanza tra il tecnico e la direttrice dell’oncologia anconetana è stato incalzante. Decisivi alcuni temi, la gestione dei conflitti e come affrontare le sconfitte: "Ripeto, l’aspetto psicologico è centrale – ha detto Allegri – per affrontare gli imprevisti e le sconfitte. Nel 2015 iniziammo il campionato malissimo fino alla sconfitta di Sassuolo. Quel giorno giocammo bene eppure piovvero critiche. Nel match di ritorno, quando eravamo tornati in vetta alla classifica, vincemmo giocando male e arrivarono complimenti. Tutto va gestito, anche le vittorie, bisogna restare distaccati e e non farsi mai travolgere dalle emozioni. Cosa fare quando si perde? Con la rabbia in corpo è meglio stare zitti, far passare del tempo e ragionarci sopra. Vincere sempre non è possibile, sicché bisogna sapersi preparare alla sconfitta".

Il concetto ribadito in termini medici dalla Berardi: "Ottimismo, fiducia e corretta comunicazione. La pandemia ha peggiorato la prevenzione e le diagnosi precoci e adesso arrivano casi clinici molto più gravi rispetto al passato a causa di screening saltati e scarsa attenzione ai sintomi. Dobbiamo tutti prenderci cura d noi stessi gestendo le emozioni, consapevoli dei passi avanti che l’oncologia ha fatto".

Allegri ha accennato al suo personale e doloroso capitolo familiare legato al cancro con la perdita della madre. All’incontro telematico, seguito da tantissime persone in giro per l’Italia (tanti i messaggi diretti ad Allegri, uno volgare e fuori luogo), ha partecipato anche il preside della facoltà di medicina e chirurgia: "I tempi supplementari esistono anche in medicina – ha detto il prof Mauro Silvestrini –. Poco fa ho tenuto lezione sulla Sla e agli studenti ho detto che non tutti i pazienti ce la fanno, ma fino alla fine vanno seguiti. Esistono le malattie inguaribili non quelle incurabili".