"Ancona, e per la condizione in cui trovasi, e per la sua naturale postura, è la città delle grandi vicende, epperò soggetta ai più vivi commovimenti. Eccone la prova". Questo è il paragrafo del primo capitolo di un volume prezioso, conservato nella biblioteca comunale Benincasa, che descrive in ogni minimo particolare la visita che Papa Gregorio XVI fece alla città il 14 settembre 1841. Le feste anconitane nel settembre dell’anno MDCCCXLI per la faustissima venuta e dimora in Ancona di nostro signore Gregorio XVI pontefice felicemente regnante, è il titolo del volume, dal grande formato, redatto dal canonico Francesco Borioni. Interessante perché rappresenta uno spaccato di vita cittadina – anche se relativo ai soli giorni di soggiorno del Papa ad Ancona –, dove è possibile trovare particolari sulla toponomastica, sui monumenti, sui personaggi più rilevanti, sui semplici cittadini. Nell’opera sono elencate nel dettaglio tutte le opere mobili e quindi rimovibili allestite appositamente per l’occasione, come gli archi di trionfo fuori di Porta Pia e prima di Sant’Agostino, o le colonne erette in piazza san Francesco, piazza santa Maria e in piazza Maggiore (oggi del Plebiscito), affiancata da dodici trofei. Trofei usati per abbellire anche il palazzo del governo (attuale prefettura), quello del Comune (palazzo degli Anziani) e la magnifica scalinata realizzata appositamente per consentire al Papa di ammirare dalla Loggia dei Mercanti i fuochi d’artificio. Nel volume nulla è tralasciato e la visita è raccontata in nove capitoli, dall’arrivo alla partenza del pontefice: le sue visite ai monasteri e alle chiese, le processioni e i fuochi d’artificio in terra e in mare, la visita alla Cittadella e all’ospedale, alla Loggia dei Mercanti e al porto. Una appendice riporta poi tutte le lapidi definitive e temporanee che furono erette per l’occasione, i componimenti e le canzoni dedicate al Santo Padre. Il particolare di questo libro che più attrae è infine la serie di stampe allegate, che illustrano la città messa a festa per l’occasione da porta Pia a piazza del Plebiscito, dalla Cittadella al porto, dalla Loggia dei Mercanti al palazzo degli Anziani. Per l’occasione, il Comune e la Camera di commercio "provvedevano con trentamila libbre di pane al mantenimento dei poverelli, i negozianti e i bottegai, ad un solo motto di monsignor Delegato, non alteravano poi i prezzi delle merci e dei commestibili". E ancora: i privati ospitavano i forestieri e pure le fontane sgorgavano ininterrottamente.
CronacaLa visita di Papa Gregorio XVI. Ecco com’era Ancona nel 1841