
La visita oculistica? Tra due anni. Una pensionata sbalordita al Cup:: "Era urgente, non volevo crederci"
Ancona, 20 settembre 2023 – La visita oculistica? "Se lo appunti e ripassi tra due anni".
Ormai la sanità pubblica rischia la deriva e storie come quella capitata a Franca Emett, una pensionata anconetana finita come tanti altri anconetani e marchigiani nel fole gorgo delle liste d’attesa rafforzano ogni volta il concetto.
La signora ha provato a fissare l’esame partendo da una situazione di estremo vantaggio, almeno così sembrava: "Il mio medico di famiglia mi ha prescritto la visita oculistica con il carattere dell’urgenza – racconta al Carlino la Emett –, quindi stiamo parlando di una prestazione da fare con assoluta urgenza, entro 10 giorni. Forte di quella ricetta ho chiamato il Cup (Centro unico di prenotazione, ndr.) e la persona all’altra capo del telefono, dopo aver dato un’occhiata a quale fosse la soluzione migliore mi ha risposto serafica lasciandomi di sasso: ‘C’è posto nell’agosto 2025’.
Non ci potevo credere, due anni quasi esatti quando la visita sarebbe dovuta essere evasa entro pochi giorni. Guardi non ricordo neppure in quale ospedale della regione me l’avrebbero fissata quella visita, non avevo alcuna intenzione di aspettare tutto quel tempo e non potevo accettare a quelle condizioni". L’operatore del Cup regionale però non si è perso d’animo e dopo aver comunicato alla signora Emett la prima, assurda data disponibile ha avanzato una proposta alternativa: "Mi ha detto che se volevo poteva mettermi in lista di attesa e se e quando si libera un posto la ricontattiamo per chiederle la disponibilità.
Ho subito detto di no perché su quel fronte c’ero già passata - aggiunge la pensionata anconetana -. La stessa identica cosa mi era capitata tempo fa quando avevo bisogno di fissare una visita delicata e allora avevo dato il mio assenso all’inserimento nella lista di attesa: a sei mesi di distanza nessuno si è fatto vivo dal Cup, nessuna chiamata e allora ho deciso di andare a pagamento".
Probabilmente la stessa cosa che dovrà fare anche stavolta: imprecare per l’impossibilità di curarsi nel pubblico e dover ricorrere alle visite a pagamento: "Farò così perché non ho alternative, l’unica sarebbe non curarsi più. Non è possibile che io soltanto quest’anno abbia speso circa 2mila euro per visite, esami e prestazioni varie per poi ricevere indietro un rimborso Irpef di appena il 19%. Basta andare sempre in libera professione e dover pagare cifre importanti, mi è successo troppe volte e lo stesso capita a tanta gente".