"Lanterna Azzurra modificata dopo il permesso"

La commissione di vigilanza avrebbe dato l’ok a un locale poi cambiato per la serata: palco più grande, un bar "mobile" e più suppellettili

"Lanterna Azzurra modificata dopo il permesso"

"Lanterna Azzurra modificata dopo il permesso"

di Marina Verdenelli

Bolle di trasporto per materiali da montare all’interno della discoteca che riportano date successive a quella in cui la commissione di vigilanza fece il sopralluogo alla Lanterna Azzurra per rilasciare poi la licenza di pubblico spettacolo e una sala da ballo con due bar di cui uno "mobile", che sarebbe stato montato a piacimento dai gestori a seconda della portata dell’evento serale. C’è anche la comunicazione del servizio di sicurezza predisposto per la serata ma inviata alla Prefettura solo due ore dopo che si era consumata la tragedia. Iniziano a vacillare le responsabilità della commissione di pubblico spettacolo, quella presieduta dall’ex sindaco di Corinaldo Matteo Principi, imputata nel processo bis della Lanterna Azzurra, la discoteca dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni. A porre dei dubbi sono le testimonianze emerse ieri in aula, davanti alla giudice Francesca Pizii, dove è in corso il procedimento che servirà ad accertare o meno le responsabilità sulle presunte carenze strutturali, in termini di sicurezza della discoteca, e sull’iter che portò la commissione di vigilanza a rilasciare il permesso per aprire il locale a pubblico spettacolo.

La Procura ha sempre sostenuto, dalle indagini effettuate, che l’autorizzazione a pubblico spettacolo sarebbe stata data senza una verifica delle prescrizioni indicate dopo i primi sopralluoghi, e basandosi su autocertificazioni arrivate alla commissione. Per le difese degli imputati invece, i membri della commissione (oltre all’ex sindaco ci sono vigili del fuoco, personale Asur, polizia locale e il responsabile del Suap) avevano rilasciato il permesso per un locale a cui solo successivamente sono state apportate modifiche. Il montaggio del palco e altri suppellettili di arredo coreografico, più ingombranti del palco originale di legno, dove per lo più si tenevano dei tavolini, sarebbe avvenuto con materiale trasportato anche dopo il 12 ottobre 2017, data del sopralluogo della commissione.

"Sì, c’è stato un ampliamento – ha detto in aula il titolare della ditta che se ne era occupata – fino alle balconate. Il montaggio è stato in quantità e tempi diversi". Sulla presenza dei due bar in discoteca è stata sentita una ragazza che all’epoca lavorava come barista alla Lanterna. Uno sarebbe stato fisso, l’altro definito "mobile" dalla stessa Procura. "Come e se allestirli tutti e due – ha detto la testimone – ci veniva detto in base alla serata". Il giorno della tragedia sarebbero stati aperti entrambi. Un ispettore della polizia amministrativa della questura ha riferito come la comunicazione del servizio di sicurezza disposto per l’evento, la discoteca "lo ha inviato tardivamente, alle 2.21 e non preventivamente come deve essere fatto per avere modo anche di controllare che gli addetti siano in numero consono alla serata in programma e tutto sia regolare". Prossima udienza il 3 febbraio. Tra i testimoni che mancano da sentire la Procura ha citato anche Fedez (che in passato lì era stato ospite) e Sfera Ebbasta (il cui concerto era previsto proprio quella sera), non per la prossima udienza. Sul secondo è pronta a rinunciare acquisendo i contenuti di quando è stato sentito a sommarie informazioni.