"Se è vero che ha maturato un percorso di consapevolezza e di riflessione, questo è il momento di inviare messaggi differenti. Si assuma la responsabilità nei confronti di quella platea così ampia cui ‘parla’ nelle sue canzoni, per darci una mano nell’educare alla legalità. In vista del concerto di Ancona venga anche nelle nostre scuole, che sceglieremo noi, dove ci sono molti giovani che manifestano disagi". È l’appello che l’avvocato Andrea Nobili, presidente della Camera minorile dorica ed ex garante regionale per i diritti dei minori rivolge a Baby Gang, trapper prossimo ad esibirsi il 12 dicembre al PalaPrometeo. Un incontro richiesto sulla falsa riga di quello andato in scena lunedì a Pesaro, dinanzi a 600 studenti.
"Chi opera nel diritto minorile sa che prevenire è meglio che sanzionare. In questo caso – prosegue Nobili – mi verrebbe da aggiungere che dialogare è meglio che censurare perché il muro contro muro potrebbe non essere compreso. Ma ad una condizione, altrimenti c’è la legge: che un artista come Baby Gang, reduce peraltro da un periodo detentivo e presumo di forte riflessione personale, riesca a cambiare velocemente i contenuti che veicola. Se questo è l’avvio di un nuovo corso di responsabilizzazione, ben venga. Ma direi che leggendo alcuni testi dei suoi brani, c’è ancora parecchia strada da fare".
Per Nobili, infatti, "c’è una certa preoccupazione rispetto all’elevato rischio che ai ragazzi, spesso giovanissimi, arrivi un messaggio diseducativo – dice –. Se guardiamo il profilo del personaggio, ci accorgiamo di atteggiamenti a dir poco trasgressivi. Questo è il momento in cui stiamo facendo di tutto per contrastare il disagio giovanile e fermare i fenomeni di devianza. Avere un personaggio che sembra tendere in tutt’altra direzione, potrebbe disorientare". E allora insiste: "Mi piace pensare che si possa lavorare sul dialogo. Da Baby Gang ci aspetteremmo tutti che provasse a mandare segnali di altro tipo. Magari invitando chi lo ascolta ad avere comportamenti rispettosi, ne dico una, in virtù della sua posizione in primo piano".
Il caso con cui chiude l’avvocato, poi, è quello delle rivolte nel quartiere milanese del Corvetto: "L’ondata di violenza e rabbia giovanile che proviene dalle periferie utilizza come colonna sonora certe canzoni appartenenti al genere trap. Sarebbe molto positivo – conclude Nobili – che ciascun artista cercasse di utilizzare il proprio ruolo per favorire un dialogo e aiutare i giovani a confrontarsi con un malessere purtroppo diffuso nella società".
Giacomo Giampieri