CLAUDIO DESIDERI
Cronaca

Le analisi su San Ciriaco: "Indagini nella cripta. A Torrette anche la Tac"

Il vescovo di Ancona, monsignor Angelo Spina: "Gli accertamenti per vedere se quello che viene dalla tradizione corrisponde alla realtà".

Il vescovo di Ancona, monsignor Angelo Spina: "Gli accertamenti per vedere se quello che viene dalla tradizione corrisponde alla realtà".

Il vescovo di Ancona, monsignor Angelo Spina: "Gli accertamenti per vedere se quello che viene dalla tradizione corrisponde alla realtà".

San Ciriaco è tra i Santi colui che aiutò Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, a ritrovare la Croce su cui fu crocifisso Gesù e da 16 secoli le sue spoglie sono venerate ad Ancona. Il Carlino, in attesa dei risultati dell’ultima ricognizione svolta sul corpo del Santo Patrono, ha intervistato Mons. Angelo Spina, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo.

Monsignore quanti ricognizioni sono state eseguite sul corpo di San Ciriaco sino ad oggi?

"Nel corso della storia sono state fatte diverse ricognizioni. La prima nel 1097 quando le spoglie del martire furono traslate dalla Basilica di Santo Stefano a quella di San Lorenzo, l’attuale Cattedrale. Nell’occasione il Santo venne avvolto in un telo e furono messe delle monete nel sarcofago, oggi conservate nel Museo Diocesano. Nel 1755 per accertare la presenza del corpo nel sarcofago identificato poi in San Ciriaco. Nel 1943 il corpo fu traslato a Loreto per via della guerra e riportato poi ad Ancona nel 1951. Nel 1972 a causa del sisma il corpo fu portato nella Chiesa del Sacro Cuore, in via Maratta e nel 1979 c’è stata la ricognizione scientifica che permise di rilevare i dati sul corpo del Santo".

Può dirci le motivazioni che hanno portato a fare le ultime indagini?

"Per vedere se quello che veniva dalla tradizione corrispondeva alle analisi scientifiche che si ritrovano nel corpo del Santo" Quanto sono durate e dove si sono svolte?

"Durante il Convegno del 2018 su San Ciriaco a 1600 anni dall’arrivo del corpo ad Ancona, mi impegnai a far fare le nuove indagini e gli esami sul resti mortali affinché le nuove tecnologie potessero darci nuovi dati. Abbiamo chiesto l’autorizzazione al Dicastero per le Cause dei Santi e alla Sovrintendenza Archeologica di Ancona. Dopo averle ottenute, il 23 ottobre 2023 ho emesso un decreto per avviare le indagini".

Come è avvenuto il processo di ricognizione?

"Sono state fatte indagini sul corpo, sulle ossa e sul tartaro dei denti. Tutto è stato fatto in Cattedrale, nella Cripta. Il corpo è stato avvolto in un materiale speciale, per non provocare alcuna dispersione e portato con la Croce Rossa all’Ospedale di Torrette per eseguite TAC e radiografie".

In alcuni casi di ricognizione si prendono anche piccolissime parti del corpo per farne delle reliquie. In questa ultima indagine è avvenuto?

"Non è stato toccato niente. Tutto è rimasto così com’era".

E’ tradizione ogni qualvolta si esegue la ricognizione lasciare nell’urna del Santo una moneta o altro che attesti l’anno in cui si è svolta l’indagine. Anche in questa occasione?

"Dopo le perizie è stato inserito un verbale nell’urna con tutte le perizie eseguite firmata dai componenti della Commissione che ho incaricato per il procedimento e una moneta di questo anno per le future ricognizioni" La scienza va sempre avanti e dall’ultima del 1979 potranno esserci delle novità?

"Le novità le avremo con i risultati e ci saranno sicuramente rispetto alle indagini precedenti. Scienza e fede camminano insieme. Importante è sapere che i Santi ci sono vicini e sono a portata di mano, perché li possiamo toccare, intercedono per noi e ci proteggono. Non è solo una indagine scientifica conoscitiva ma è avere il senso della loro vicinanza e sapere che abbiamo bisogno del loro esempio e della loro protezione. Scienza e fede non sono l’una contro l’altra ma sono due ali che permettono di vedere nella luce la verità. In una comunità il dato di un Santo è importante perché indica la via che è Cristo e rappresenta una presenza di protezione ed un esempio da imitare".